Serie A: Juventus e Napoli, prima fuga

Campioni e vice allungano: si rinnova il duello che ha caratterizzato il 2016, iniziato a gennaio
Serie A: Juventus e Napoli, prima fuga© ANSA
Antonio Giordano
2 min

ROMA - Nord chiama Sud ma Sud richiama Nord, in questo botta e risposta che in realtà è un testimone: comanda la Juventus, ancora, di nuovo, e non è neanche più una novità da ormai cinque anni, però l’altra faccia (sorridente) del calcio resta Napoli, l’unica interlocutrice che nel tempo sia riuscita a far vacillare Madame, lasciando che le comparisse qualche ruga (momentanea). I numeri hanno un’anima, piaccia o no, e sanno spiegare sinteticamente - e statisticamente - tutto quel che accade intorno a noi, distratti abitanti d’un Mondo che appartiene a loro due, le «carissime nemiche» dell’estate scorsa che dopo essersi azzuffate per Higuain hanno ricominciato, ma stavolta agonisticamente, ad inseguire il dominio.

MADAME. La razza padrona è la Juventus, e neanche si discute, ma dopo poco più d’un mese di campionato, ciò che resta d’un week-end lunghissimo è la conferma di quello che ci siamo detti dal 10 gennaio scorso, quando faceva un freddo boia e dal sacco della Befana venne fuori la prima sorpresa: Napoli capolista e Madame ad inseguire. Sapete bene come sia andata a finire, ma potrebbe esservi sfuggito che da quel giorno Allegri & Sarri, «maledetti toscani», se la sono suonata e se la sono contata da soli: sono esattamente ventitré settimane complessive (estate esclusa, naturalmente) che tra il primo ed il secondo posto non si scovino infiltrati; e la diarchia si è dissolta a malapena nelle prime due giornate di questo campionato, giusto il tempo di far rodare il Napoli. La svolta ha radici lontane, alla Juventus la favorisce l’avvento di Andrea Agnelli e al Napoli la «rivoluzione» di De Laurentiis: ma in questo tandem che avanza ancora, c’è il sostegno delle idee. E’ dal 10 gennaio scorso che la Vecchia Signora fa campionato a sé, però inseguita con gradevole atteggiamento da quell’esercito di scugnizzi che Sarri ha educato a modo suo: gli altri osservano, sopraffatti da un complesso d’inferiorità ch’è nelle cifre. 

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