Minniti: «Olimpico senza barriere uno spot. Riportare famiglie allo stadio»

Il ministro dell'Interno vede il derby di Roma come una pubblicità «per tutto il calcio. Una prova di maturità per i tifosi. Tutelare la libertà ma sempre nella legalità»
Minniti: «Olimpico senza barriere uno spot. Riportare famiglie allo stadio»© ANSA
S. Barigelli e F. M. Splendore
2 min

ROMA - «L’Olimpico liberato dalle barriere è uno spot straordinario non solo per Roma, ma per tutto il calcio italiano». Marco Minniti, ministro dell’Interno, sottolinea la svolta che rappresenta l’appuntamento del 4 aprile: molto più che il pur importantissimo derby di ritorno Roma-Lazio. A quasi due anni dalla decisione di dividere le Curve (6 giugno 2015) molte cose sono cambiate. «È stato utile mettere le barriere. Bisognava dare un segnale molto forte. C’era il rischio che la situazione potesse sfuggire di mano, non solo a Roma. Oggi è diverso». I numeri dicono che sono diminuiti del 56% gli incontri in cui ci sono stati feriti, sono calati dell’84% i feriti nelle forze dell’ordine, abbattuti del 65% i feriti tra gli steward. «La stretta ha funzionato - continua Minniti -. Si è rivelata giusta la scelta di fondo compiuta precedentemente di tenere la polizia fuori dagli stadi e puntare sugli steward. Quella è stata una svolta strategica. Poi, certo, abbiamo avuto dei picchi: e qui ha funzionato la stretta. Così a febbraio ci siamo visti con il ministro dello Sport Lotti, i dirigenti di Roma e Lazio, il capo della Polizia Gabrielli, e abbiamo individuato un percorso che martedì si completa».

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ROMA-LAZIO - La risposta dei tifosi è arrivata subito. Dopo anni di spettacoli deprimenti con l’Olimpico semivuoto anche in occasione di big match, stavolta sarà diverso. Tornerà il colpo d’occhio dei grandi derby. «Sapere che ci sarà il pienone allo stadio riempie i cuori. Ho condiviso la stretta, tuttavia le curve vuote danno un senso di incompiutezza. Il fatto che possano essere di nuovo riempite è grazie alla fiducia delle istituzioni e anche grazie allo sforzo dei club che hanno implementato il loro impegno. Ora mi auguro che ci sia altrettanta responsabilità da parte delle tifoserie».

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