Da Oriali a Boban, fioriscono bandiere. La Roma va controcorrente

Commisso vuole Batistuta per la sua Fiorentina, il Milan ha scelto Boban e Maldini. Il club giallorosso invece ha salutato in poco tempo De Rossi e Totti
Da Oriali a Boban, fioriscono bandiere. La Roma va controcorrente

Un anno fa, nella conferenza stampa dell’addio di Buffon alla Juventus, il suo presidente e amico Andrea Agnelli confermò di aver proposto a Gigi un incarico nella società. Quando gli chiesero quale fosse il ruolo destinato all’ex capitano, Agnelli rispose: «Lo avremmo stabilito dopo un anno di studio. Buffon avrebbe avuto il tempo per conoscere tutti gli aspetti della vita societaria». Conoscere, apprendere, imparare e poi mischiare con l’esperienza di campo. E’ così che nasce un vero dirigente. Sei sempre nel calcio, ma un conto è giocare e un conto è dirigere, un conto è lo spogliatoio, un conto la sede.

Fiorentina con Batistuta e Oriali

Oggi c’è un gran fiorire di ritorni di grandi giocatori, e di qualche bandiera, nei vecchi club. Sta succedendo a Firenze dove il più grande cannoniere della storia viola, Gabriel Omar Batistuta, sta per affiancare il mito viola, Giancarlo Antognoni, che nella nuova gestione-Commisso avrà un posto da responsabile e non solo di rappresentanza. Bati e il Capitano sono la garanzia della fiorentinità, ma se Giancarlo ha già avuto il tempo per imparare, il bomber deve ancora iniziare (al suo attivo solo una breve parentesi da club-manager al Colon di Santa Fé in Argentina).


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Milan, Boban e Maldini. Inter, Oriali e Zanetti

C’è un nuovo milanismo nel club rossonero con l’arrivo di Boban e il salto di carriera di Paolo Maldini. E anche sull’altro versante, al vice presidente Zanetti, il capitano del triplete, si unirà Lele Oriali che lascerà la Nazionale per ritrovare Conte e diventare il responsabile di Appiano Gentile col ruolo di club-manager: sarà lui il tramite fra i giocatori, l’allenatore e la società.


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Presidenti: Atalanta, Percassi. Il Chievo a Pellissier

 Antonio Percassi è l’Atalanta. Bergamasco di Clusone, ha giocato sette anni nella sua squadra, prima di diventarne presidente (e soprattutto proprietario) e portarla alla storica qualifi cazione in Champions League. Presto anche un altro ex giocatore, pure nel suo caso un simbolo, assumerà l’incarico di presidente del club dove ha giocato per 17 anni di fila, dal 2002 al maggio scorso. E’ Sergio Pellissier e, per evitare interpretazioni troppo ristrette, è stato Luca Campedelli ad annunciarne l’incarico: «Sarà presidente operativo», dove l’operativo sta per indicare il contrario di facciata.


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I...vecchi: Nedved alla Juve

La lista è lunga. Pavel Nedved ha vinto il Pallone d’Oro con la Juve, poi ne è diventato consigliere nel 2010 e vice presidente nel 2015. Con il passaggio di Marotta all’Inter, avrà ancora più potere. Tare non è una bandiera della Lazio, ma lì ha chiuso la carriera da giocatore con le sue ultime tre stagioni per passare poi nello staff di Lotito ed assumere in quest’ultimo periodo una posizione di spicco. Andrea Comi era un ragazzo del Toro, dov’è rimasto come giocatore fino a 25 anni, è tornato in granata nel 2001 come coordinatore del settore giovanile e dal 2011 è direttore generale del club di Cairo.


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Di Vaio al Bologna, Daniele Conti al Cagliari

Marco Di Vaio ha chiuso la carriera italiana a Bologna prima di trasferirsi per due anni al Montreal in Canada e tornare a Bologna come club-manager. Ora è capo scouting. Daniele Conti è stato il Cagliari per 16 stagioni, dal ‘99 al 2015, non a caso è inserito nella “Top 11 Rossoblù - I più forti di sempre”, la formazione votata dai tifosi sardi; quando ha lasciato il campo è rimasto nel settore giovanile e dall’inizio della scorsa stagione è responsabile dell’area tecnica. Alessandro Lucarelli ha trascorso gli ultimi 10 anni di carriera nel Parma e siccome sono stati anni turbolenti, dalla Serie A alla Serie D con successiva rinascita, anni durante i quali ha sempre indossato la fascia con dignità e orgoglio, il suo passaggio al ruolo di club-manager è stato quasi automatico. Un po’ di calcio giocato nel calcio...pensato ci sta bene.

La Roma controcorrente

Ma parlando di bandiere, a Trigoria ne hanno ammainata una (De Rossi) in modo indecoroso e ora ce n’è un’altra che rischia di non sventolare più, quella di Totti. La Roma è controcorrente, ma spesso sembra contro se stessa.


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Un anno fa, nella conferenza stampa dell’addio di Buffon alla Juventus, il suo presidente e amico Andrea Agnelli confermò di aver proposto a Gigi un incarico nella società. Quando gli chiesero quale fosse il ruolo destinato all’ex capitano, Agnelli rispose: «Lo avremmo stabilito dopo un anno di studio. Buffon avrebbe avuto il tempo per conoscere tutti gli aspetti della vita societaria». Conoscere, apprendere, imparare e poi mischiare con l’esperienza di campo. E’ così che nasce un vero dirigente. Sei sempre nel calcio, ma un conto è giocare e un conto è dirigere, un conto è lo spogliatoio, un conto la sede.

Fiorentina con Batistuta e Oriali

Oggi c’è un gran fiorire di ritorni di grandi giocatori, e di qualche bandiera, nei vecchi club. Sta succedendo a Firenze dove il più grande cannoniere della storia viola, Gabriel Omar Batistuta, sta per affiancare il mito viola, Giancarlo Antognoni, che nella nuova gestione-Commisso avrà un posto da responsabile e non solo di rappresentanza. Bati e il Capitano sono la garanzia della fiorentinità, ma se Giancarlo ha già avuto il tempo per imparare, il bomber deve ancora iniziare (al suo attivo solo una breve parentesi da club-manager al Colon di Santa Fé in Argentina).


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