FIRENZE - «Nulla sarà più come prima». E’ il concetto che bisogna mandare a memoria. Lo ha detto Rizzoli, a Sportilia, ai suoi arbitri. E’ quello che ha ripetuto ieri. Platea attenta e numerosa. Molte società rappresentate. La Roma con il nuovo responsabile arbitrale, Vito Scala, accompagnato da Morgan De Sanctis. La Lazio, con Angelo Peruzzi (divertente siparietto con il designatore sulla frase «aumenta il volume del corpo»). Il Parma, con il diesse Faggiano, con il “tactical referee” Riccardo Pinzani e Alessandro Pietropaolo. La sagra degli ex arbitri, c’era anche Andrea Romeo (ex direttore di gara della Can A, ora tm del Milan). E poi Pierpaolo Marino (Udinese), Roberto Colombo (Cagliari), Marangon e Dainelli (Fiorentina), Greco, Abbagnara e Rossi (Genoa), il tm Piovani (Brescia), Osti (Sampdoria), Vallefuoco (Napoli), Gazzoli (Spal). Cambia tutto, «bisogna resettare», anche culturalmente. Regole ora più codificate, meno spazio alle interpretazioni. La criticità, il fallo di mano: ma noi ci siamo portati avanti, era così anche lo scorso anno. Ancor più netto, ora: braccio staccato dal corpo (sopra la spalla, neanche il dubbio), intenzione di impattare il pallone, sempre fallo. Insomma, col tocco di mano/braccio sarà sempre più rigore che no. Imparare a memoria...
Tutte le probabili formazioni della 1ª giornata di Serie A
Fallo di mano c'è meno grigio
Zona minata, Rizzoli ha fatto vedere 10 fi lmati (a Sportilia furono 22). Se il pallone colpisce il braccio largo o in posizione innaturale, cioè (ad esempio) sopra l’altezza delle spalle o in movimenti che aumentano il volume del corpo (brutta traduzione dall’inglese «make himself bigger»), sarà sempre fallo (calcio di rigore se è in area) non sarà più considerata attenuante neppure la distanza ravvicinata o qualsivoglia tocco dell’avversario. Resta la volontarietà per gli episodi di mani o braccia vicine al corpo. Involontario chi maldestramente si rinvia il pallone sul braccio o sulla mano.