Rocco politik

Rocco politik
Ivan Zazzaroni
2 min

Fiorentina-Juve è introdotta da un appello nient’affatto generico alla Fiesole: il destinatario, chi ne indirizza gli umori. Le parole di Rocco Commisso arrivano da New York, da un posto dell’altro mondo, dove per altro mondo s’intende un modo diverso di “sentire” le cose, lo sport, la vita. Rocco piace: ha un entusiasmo genuino, dominato dal più estremo disincanto, fa promesse all’americana («quando avevo dodici anni un napoletano mi sfamò con un piatto di pasta alle vongole che da allora è il mio piatto preferito, e io voglio sfamare i fiorentini a corto di vittorie»); promesse che fino a questo momento ha mantenuto (in primo luogo la conferma di Chiesa). Rocco ha il senso dello spettacolo, è teatrale e positivo in tutte le sue manifestazioni, uno spirito libero e deliziosamente nostalgico, quasi a voler riaff ermare il legame col Paese d’origine («ricordo ancora la Juve di Boniperti, Nicolé, Sivori e Charles e il giornale del lunedì che leggevo dal barbiere»).
Grazie a lui, da qualche mese a Firenze si respira un’altra aria - è l’effetto novità, freschezza e sogno possibile - che dovrebbe contagiare tutti, in particolare i tifosi ai quali il presidente chiede di interpretare un ruolo attivo di fronte a cori e striscioni di una volgarità inaccettabile: «Su una cosa voglio essere chiaro: non voglio più sentire cori sull’Heysel e offese razziste nei confronti del Sud. Ai capi della curva dico: se siete leader, dimostratelo, spegnete sul nascere qualsiasi manifestazione violenta».
Rocco, pratico e fisicamente distante ma non troppo, ha individuato gli interlocutori giusti: non si è rivolto alle forze dell’ordine, allo Stato, all’arbitro, al presidente federale, ai vertici della lega, ha investito la curva pretendendo un’assunzione di responsabilità di chi la rappresenta.
Firenze, la Fiorentina e Rocco meritano di vincere questa sfi da con l’inciviltà della minoranza rumorosa, esagitata, aggressiva e dimostrare come sia possibile ribellarsi alla consuetudine dell’incultura per tornare alla bellezza imprevedibile del calcio.


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