Conte e Sarri non si amano, ecco i motivi

Inter-Juve è già cominciata. Le rotazioni, l’emergenza e quella sana rivalità tra i due tecnici che nacque 13 anni fa ad Arezzo
Conte e Sarri non si amano, ecco i motivi
Alfredo Pedullà
4 min

Alle 20,45 di domenica 6 ottobre, otto giorni all’alba, saranno belli saturi. E finalmente gli amici-nemici Antonio e Maurizio (più che altro conoscenti) la smetteranno di depistare il prossimo. Inter-Juve si giocherà, non la si immaginerà e i dribbling verbali resteranno in soffitta. Conte ieri dopo pranzo, “agghiacciande” per la sua banalità: «La partità della vita è quella di Marassi contro la Samp. I cavalli buoni si vedono all’arrivo». Aiuto, mancava soltanto la filastrocca dei trentatrè trentini... Sarri, più o meno allo stesso orario, a un certo punto adirato per domande di carattere generale: «Qui bisogna parlare di Spal». Testuale. Forse innervosito perché, pochi minuti prima, gli avevano chiesto la possibilità di giocare a tre per la penuria di terzini. Ora, è più probabile che Sarri smetta di allenare piuttosto che la contemporanea presenza dei tre centrali e con una parvenza di 3-4- 3, ma questo è un altro discorso.

Inter-Juve ha due tappe antecedenti mica banali. Una (di campionato) apparentemente interlocutoria, ma occhio a snobbare le piccole (la Spal) o le ex presunte grandi (la Samp) che sono diventate medie. Poi la Champions, proprio in mezzo alla settimana che intriga di più: martedì la Juve aspetta il Bayer, impacchettato dalla Lokomotiv all’esordio in casa, per dare certezze al girone; mercoledì l’Inter va al Camp Nou, bivio non banalissimo. Conte ha bucato l’approccio con lo Slavia, una sconfitta in casa di Messi (se recupererà) complicherebbe il cammino. E forse darebbe ragione a chi - non sono pochi - sostiene che l’uomo dello scudetto avrebbe un impiccio in meno, la Champions appunto, per giocarsela meglio fino in fondo. Vedremo. [...]

Conte e Sarri non si amano, ecco i motivi

Inter-Juve durerà tutto l’anno. E’ così da sempre, a maggior ragione da quando Antonio ha scelto l’altra sponda, quella del nemico più nemico. Conte e Sarri non si amano, il Chelsea ha contribuito: Antonio andò via da Cobham qualche ora prima che arrivasse Maurizio, con una stupenda Premier e una FA Cup in bacheca, ma con un naufragio europeo poi oscurato dall’Europa League conquistata dal suo successore. Antonio e Maurizio sono simpatici nemici dalla stagione 2006-2007 quando si alternarono in B ad Arezzo: partì Conte, continuò Sarri, fu richiamato Conte, eppure fu retrocessione perché proprio la Juve di Antonio si addormentò in casa contro lo Spezia. E Conte si chiuse in casa per non vomitare troppo veleno nei riguardi del suo vecchio amore, mai immaginando che lo avrebbe ritrovato, da allenatore, nell’estate 2011. La sassata più recente è del 14 settembre: «Sarri si lamenta? Stia calmo, ora sta con i forti». Di sicuro Conte non sta con i deboli. E neanche con gli ingenui, ovvero con chi pensa che Inter-Juve si giochi soltanto domenica 6 ottobre alle 20,45. Otto giorni all’alba di una rivalità senza tramonto.

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