Coronavirus, nota Sky: “Partite in chiaro? Spadafora non ha detto la verità”

Il comunicato della piattaforma televisiva in risposta al ministro dello Sport: “TV8 e Cielo sono disponibili per tutti e non solo per gli abbonati”. Poi la controreplica: "Loro e la Lega hanno scelto gli interessi economici, io invece penso a tutelare la salute"
Coronavirus, nota Sky: “Partite in chiaro? Spadafora non ha detto la verità”© ANSA
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"Ci spiace constatare che le dichiarazioni del signor ministro dello sport non corrispondono alla verità dei fatti. Infatti Sky da molti giorni aveva dato la piena disponibilità sia alla visione di Juventus-Inter sui propri canali in chiaro (TV8 e Cielo) che alle partite di cui Sky detiene i diritti a pagamento". Con una nota ufficiale all'ANSA Sky replica in maniera dura a Spadafora che l'aveva accusata di essersi "rifiutata di trasmettere in chiaro le partite". "TV8 e Cielo - prosegue la nota - sono disponibili sulla piattaforma digitale terrestre per tutti i cittadini e a tutti gli appassionati e non solo ai propri abbonati. Le norme e leggi attuali non sono superabili e la Lega Calcio di Serie A lo ha più volte dichiarato e chiarito".

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La dura risposta di Spadafora

"Dopo attenta valutazione e numerosi colloqui, ho reso noto ai soggetti interessati l'unica possibilità per riuscire, in emergenza, a trasmettere in chiaro le partite di questa giornata allo scopo di evitare assembramenti di tifosi su tutto il territorio nazionale". Al telefono con l'Ansa, il ministro Spadafora è duro. "Fatto salvo il diritto di Sky di trasmettere in diretta ai propri abbonati la partita - prosegue Spadafora -, c'era la possibilità di diffondere le immagini in differita, liberamente, a tutti gli operatori televisivi interessati, a partire naturalmente dai canali in chiaro del gruppo Sky, ma senza preclusioni. Questo avrebbe superato i vincoli normativi ed evitato qualsiasi successiva diatriba giudiziaria ed economica. Ne ho parlato con tutti, compreso l'ad Maximo Ibarra e il Presidente della Lega Serie A Dal Pino, che potranno confermare, e che non hanno aderito a questa ipotesi per difendere i propri, legittimi, interessi economici. In questo momento di crisi sanitaria c'è chi prova a fare i conti con la realtà e chi purtroppo si limita a fare i conti".


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