Taglio agli stipendi, ora i calciatori prendono tempo

L'Aic di Tommasi sta cercando di trovare una soluzione alla crisi: i giocatori hanno dato l'ok alle ferie e saranno pronti a tornare in campo anche fino a luglio inoltrato
Rugani e Chiellini: 1,1 mln di euro© Juventus FC via Getty Images
Andrea Ramazzotti
4 min

Pressata da Lega e società, l’Aic oggi terrà la prima riunione per trovare una soluzione alla crisi nella quale il Coronavirus ha spinto il calcio. Chi però immagina che i calciatori apriranno al taglio dei loro stipendi... a scatola chiusa si sbaglia di grosso. Nel consiglio direttivo previsto alle 14 non succederà niente di tutto questo perché il processo che eventualmente porterà a prendere una simile decisione (o forse è meglio dire a indicare un orientamento forte agli associati), secondo i vertici dell’Aic, è appena all’inizio.

Il consiglio direttivo dell’associazione presieduta da Damiano Tommasi è composto da 24 persone che rappresentano la Serie A, la B, la C, i dilettanti, il calcio femminile e il calcio a 5. I nomi più famosi tra i consiglieri sono quelli dei nazionali Chiellini e Acerbi, di Ranocchia, Marchetti, Rossettini, Biondini, Pasqual ed Evacuo. L’unico tema all’ordine del giorno è quello relativo al Coronavirus e alle conseguenze che lascerà. Sono previste le relazioni da parte di Tommasi e degli altri membri Aic che hanno partecipato ai tavoli di lavoro in Lega la scorsa settimana, poi inizierà il dibattito. Dal consiglio emergerà un orientamento sulla ripresa sia degli allenamenti (non prima del 4 aprile in nessun caso; piuttosto c’è il rischio che si slitti ulteriormente se la situazione non migliorerà) sia del campionato (quando ci saranno le condizioni sanitarie; nessun rischio per i giocatori), ma sarà più complicato decidere qualcosa sul tema più caldo, quello dei tagli agli stipendi che le società caldeggiano.

In Serie C, dove circa il 60% dei contratti è al minimo federale, gli ammortizzatori sociali potrebbero dare una mano, mentre in A (soprattutto) e in B è tutto più complicato. L’Aic ha accettato che i giocatori fossero mandati in ferie, detraendo questi giorni di inattività dal monte vacanze estivo, e non porrà obiezioni alla ripartenza della prossima stagione dopo aver “staccato” solo per una settimana. Se i campionati riprenderanno a maggio-giugno, c'è massima apertura a cercare una soluzione per giocare fino a luglio inoltrato, anche a costo di non veder corrisposto lo stipendio dal 30 giugno in poi. Quanto al taglio degli ingaggi, invece, al momento è stallo perché non si sa ancora quale sarà il futuro della A: se non si concluderà le perdite saranno di un certo tipo (superiori ai 700 milioni), altrimenti di un altro (167 milioni). Siccome per ottenere l'iscrizione al campionato 2020-21 i club hanno tempo per pagare gli stipendi di gennaio, febbraio e marzo fino al 31 maggio (aprile e maggio entro il 22 giugno), i calciatori ritengono che non sia necessario prendere una decisione adesso, ma solo dopo che il quadro sull'eventuale ripresa sarà più chiaro (a inizio maggio lo sarà...). E siccome si tratta di una situazione d’emergenza, non va neppure escluso che la Figc sposti più il là il termine.

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