Coronavirus, Tommasi: "Per i verdetti dal campo serviranno circa 45 giorni"

Il presidente dell'Aic ha parlato a Radio 1: "Se si ripartirà ci sarà un calendario molto compresso. Taglio stipendi? I problemi sono in Serie C, non rappresento solo i calciatori top"
Coronavirus, Tommasi: "Per i verdetti dal campo serviranno circa 45 giorni"© ANSA
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ROMA - "La voglia e la speranza sono di poter tornare ad allenarsi e a giocare ed è per questo che si stanno anche cercando le modifiche regolamentari per poter andare oltre il 30 giugno con il campionato". Così il presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, nel suo intervento ai microfoni di Radio1 all'interno del programma Centocitta'. "Sappiamo che almeno per la Serie A serviranno più o meno 45 giorni e le settimane di preparazione per poter concludere tutto. Se si ha questa prospettiva siamo contenti di ripartire il prima possibile. Di sicuro, se così sarà, avremo un campionato compresso per finire la stagione e decretare i verdetti sul campo". Al di là della ripresa dei campionati, l'Assocalciatori sta lavorando sul problema stipendi. "Come sindacato rappresentiamo tutti i calciatori - spiega Tommasi -. Più della metà dei giocatori di Lega Pro, senza dimenticare la serie D, con lo stipendio paga l'affitto, i mutui e mantengono la famiglia, non percepiscono le cifre che uno immagina".

La differenza nelle categorie

"Poi c'è la fascia alta dei professionisti e lì il tema è la patrimonializzazione delle società e i giocatori sono già sulla lunghezza d'onda di capire come si possa sostenere il sistema e come andare incontro alle società, dipenderà molto dal fatto se si tornerà in campo o no", ha aggiunto Tommasi. "Vorrei precisare che la cassa integrazione su cui lavoriamo riguarda i giocatori con il reddito basso, con il minimo contrattuale". Il rischio che alcune società di Lega Pro e Serie D non riescano ad andare avanti dopo quello che sta succedendo a causa del coronavirus preoccupa il mondo del calcio. "Le società delle categorie più basse sono molto legate alle aziende dei presidenti e ovviamente al momento danno la priorità alle loro aziende, bisognerà fare i conti con tutto questo perché in quelle categorie il rischio della sopravvivenza dei club è alto". (in collaborazione con Italpress)


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