Il borsino della Serie A: come stanno e cosa devono fare le venti squadre alla ripartenza

Un'analisi di attesa che passa dalla Juve al Brescia e che alimenta la speranza di tutti di rivederle in campo il prima possibile, ma solo quando sarà il momento.
Il borsino della Serie A: come stanno e cosa devono fare le venti squadre alla ripartenza

Quando ripartiremo, come sarà il campionato di Serie A? Vediamo un lumicino in fondo a questo periodo buio e quella luce fioca ci aiuta a sperare e a credere. Ripartiremo quando non ci sarà più alcun rischio per nessuno, lo stabilirà la comunità scientifica e il Padreterno prima dei medici. Ma dovremo ripartire insieme al resto del mondo. Perché anche il calcio è vita. E allora possiamo cominciare a chiederci come saremo, anzi, come saranno le venti squadre del nostro campionato il giorno in cui il senso della vita riprenderà il suo corso naturale. Soprattutto possiamo chiederci cosa dovranno fare quelle squadre e i loro allenatori per migliorare la posizione in classifica o anche solo il gioco, per puntare all’obiettivo, che sia scudetto o salvezza, per eliminare i difetti e smerigliare i pregi, per riprendere confidenza col gioco più bello del mondo. Questa è una analisi di attesa che passa dalla Juve al Brescia e che alimenta la speranza di tutti di rivederle in campo il prima possibile, ma solo quando sarà il momento.

JUVE
Recuperato il primo posto in classifica, la Juve dovrà occuparsi anche e soprattutto della Champions League (a luglio, ad agosto, quando sarà, se sarà). Deve alzare il livello del suo gioco, cancellando il primo tempo terribile contro il Lione. Questo può farlo se recupera Pjanic ai suoi livelli, il giocatore che secondo Sarri (ricordando Jorginho...) dovrebbe toccare 150 palloni a partita. Giocando come a Lione, la Juventus faticherà ad arrivare in fondo alla Champions.

LAZIO
Probabilmente è la squadra più penalizzata da questa lunga sosta. Filava tutto liscio a Formello: il gioco c’era (scintillante, prorompente a tratti), i risultati pure. Il quintetto magico (Leiva, Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Correa, Immobile) funzionava alla perfezione. Inzaghi deve fare finta che il campionato non si sia mai fermato, deve riportare la squadra al giorno dello stop, possibilmente a due settimane prima, al secondo tempo contro l’Inter. Ci vuole uno sforzo di immaginazione.

INTER
Se Eriksen è, sul piano tecnico, il miglior giocatore dell’Inter, Eriksen deve giocare. Conte deve ancora capire come inserirlo, nell’ultimo periodo la squadra ha sbandato anche come risultati. L’Inter è scesa al terzo posto, lo stesso di Spalletti nell’anno precedente, con organico ridotto per qualità e quantità, senza i mostruosi investimenti di questa stagione. Eriksen può migliorare il gioco di Conte, può renderlo meno prevedibile. Il suo inserimento appare indispensabile.

ATALANTA
E’ una  macchina perfetta e vale quanto detto per la Lazio: la sosta proprio non ci voleva. Per essere chiari, “questo” tipo di sosta non ci voleva al mondo intero, ci sembra ovvio ribadirlo. E’ in zona-Champions in campionato ed è la prima italiana a sbarcare nei quarti di Champions. Può fare meglio? Speriamo di sì. Per esempio può aiutare quel fenomeno di Ilicic a entrare in corsa per il Pallone d’Oro. Anche così potrebbe restituire un sorriso al suo popolo terribilmente ferito.

ROMA
La Roma prima ha sorpreso, poi è piaciuta, poi si è fermata, poi si è persa, poi si è ritrovata. Una squadra strana, in questa stagione le è mancata la continuità. Quando Zaniolo stava bene e Pellegrini pure, arrivavano i gol di Dzeko, funzionava l’attacco sugli esterni, era più che pregevole lo sviluppo dell’intera manovra. Ma non sempre è andata così e lo dicono anche i risultati: pareggio brillantissimo nel derby, poi tre sconfitte di fila, infine due vittorie di fila. Deve trovare un minimo di stabilità.


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NAPOLI
Se in campionato non sempre è apparso impeccabile, in questa lunga sosta forzata, per quello che ha fatto, per quello che ha detto e per come ha parlato alla sua gente Lorenzo Insigne è sembrato un capitano vero. Esperienze come quella che stiamo vivendo segnano il carattere di ciascuno di noi e Insigne, che in certi momenti della sua carriera non ha ricevuto troppo amore dai suoi tifosi (qualcosa ha sbagliato anche lui, sia chiaro), sembra oggi il vero napoletano capitano di Napoli.

MILAN
Sono anni che il Milan tradisce se stesso. Sembra una squadra senza ambizioni, eppure ne ha, ne deve avere. Il Milan ha bisogno dell’Europa, anche quella di un tono minore, ha bisogno di riappropriarsi del suo terreno, un tempo così fertile da sembrare oggi un arido deserto. Per rimettersi su quel cammino, il Milan deve ritrovare una compattezza che a “quei” tempi era la sua vera, grande forza. Compattezza di club, da cui discenderà subito dopo la compattezza di squadra.

FIORENTINA
Premesso che la salvezza è ancora da conquistare, il finale di stagione deve servire per verificare la qualità dei giovani. Nelle prossime 12 partite Iachini, con i dirigenti viola, dovrà cercare di capire quali sono i margini di Castrovilli e Vlahovic, ma deve anche inquadrare definitivamente il ruolo di Chiesa. Per il tecnico può fare anche la seconda punta, ma il giovane Federico continua a rendere al massimo quando viene spostato sulla fascia. Attaccante esterno più che attaccante centrale.

BOLOGNA
L’interruzione del campionato ha permesso al Bologna di recuperare tutti gli infortunati, a cominciare da Dijks, la cui assenza ha pesato non poco. Il compito di Mihajlovic è far ripartire la squadra a pieno ritmo, ovvero al ritmo della gara dell’Olimpico contro la Roma. Per riuscirci, dovrà reinserire al meglio Dijks e aiutare Dominguez a calarsi sempre di più nella mentalità del calcio italiano. L’argentino può essere l’uomo decisivo dell’ultima parte del campionato.

VERONA
Il gioco di Juric è ritmo, forza atletica e aggressività, tutte caratteristiche che certo non si affinano con una sosta così lunga. Anzi. Toccherà allo staff atletico del Verona far recuperare la migliore condizione fisica e atletica ai giocatori, riportandoli al massimo del rendimento. In caso contrario, al Bentegodi rischieranno di non rivedere lo splendido Verona di questa stagione.

PARMA
Con Sepe, il Sepe di questa stagione, con Kulusevski e col Gervinho ritrovato, il Parma può alzare la sua asticella. Ha 35 punti come il Verona, è a -4 dal Napoli sesto, ma anche a -1 dal Milan settimo, a questo punto della stagione è giusto che la squadra di D’Aversa si senta in corsa per l’Europa League. Sarebbe un trionfo se si pensa che appena cinque anni fa, schiacciato dal fallimento, era in Serie D.

SASSUOLO
Con 32 punti, la salvezza non è lontana. Una volta raggiunta, il Sassuolo può e deve puntare tutto su un giocatore straordinario, una delle più belle rivelazioni di questa stagione, Jeremie Boga, 23 anni, francese, ala, fantasista, dribblatore, cannoniere pure. La gente andrà a vedere il Sassuolo per ammirare quel fenomeno sperando che la palla arrivi sui suoi piedi. Così inizia il divertimento.

CAGLIARI
Zenga non ha fatto in tempo ad arrivare in Sardegna che il campionato si è fermato. Come ha detto lui stesso, questo tempo gli è servito per rivedersi i filmati di tutte le gare. L’obiettivo è fin troppo chiaro: riportare la squadra indietro di un girone, quando iniziò a stupire col suo calcio spumeggiante, infilando un risultato dietro l’altro. L’Europa League ora sembra un sogno, domani chissà…

UDINESE
Nell’Udinese c’è un solo giocatore di qualità pura, di tecnica cristallina, è Rodrigo De Paul. Per evitare ogni problema di classifica, la squadra friulana deve consegnarsi al suo talento che, dopo la delusione della mancata cessione, col abbassamento del suo rendimento, è tornato a livelli eccellenti. Dopodiché lo lasci andare: le sue ambizioni sono giustificate, è da grande squadra.

TORINO
Il cambio in panchina da Mazzarri a Longo non ha prodotto i risultati sperati, anzi. La sospensione del campionato è stata opportuna, ha evitato che il Torino continuasse a arrotolarsi su stesso e sprofondare. Per recuperare ha una sola possibilità: affidarsi allo storico orgoglio granata. La sua storia, gli esempi del suo passato, lo spirito di quella maglia, tutto questo può aiutare il Toro.

SAMPDORIA
Ferrero ha preso Ranieri perché aveva capito che la situazione era disperata e ora solo l’equilibrio, il buonsenso e la concretezza del tecnico testaccino possono portare fuori la Sampdoria da ogni problema. Ranieri più Quagliarella, che dovrà dare alla Samp i gol della salvezza. Vista la situazione, che siano gol belli o brutti non fa differenza. Servono gol per restare in Serie A.

GENOA
Goran Pandev ha 36 anni, Mimmo Criscito ne ha 33. Non sono giocatori di primo pelo, ma se il Genoa può (deve) sperare nella salvezza ha questa sola possibilità: affidarsi ai suoi “vecchi”. Pandev è uno di talento, non molla mai, gioca, lotta, crea, segna, per Nicola è un riferimento indispensabile. Criscito di talento ne ha meno, ma sulle sue spalle si posa il senso del Genoa.

LECCE
Liverani punta alla salvezza attraverso il gioco e la società. Per assecondare Liverani, la società persegue lo stesso obiettivo concedendo al suo tecnico la massima fiducia. E se il gioco è il mezzo per ottenere il risultato, il Lecce deve farsi aiutare da Saponara, un trequartista di livello superiore, così come Saponara deve ritrovare nel Salento il meglio del suo notevole repertorio.

SPAL
La salvezza è un miraggio, 7 punti da recuperare sia sul Lecce che sul Genoa in 12 partite. L’unica via d’uscita della Spal è la fiducia a oltranza, la fiducia nei finali di campionato dove spesso succede di tutto. Può servire questo precedente: nel campionato 2016-17, alla 21ª giornata l’Empoli aveva 11 punti di vantaggio sul Crotone. Alla fine, l’Empoli era in B e il Crotone in A.

BRESCIA
Qui la salvezza è proprio un miracolo. In fondo alla classifica, sedici punti in ventisei giornate, pensare al prossimo anno in Serie A è pressoché impossibile. Ma qualcosa il Brescia può e deve fare: deve provocare una reazione d’orgoglio di Mario Balotelli, l’unico giocatore che può rendere meno amara questa stagione e restituire un filo di speranza al popolo bresciano.


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Quando ripartiremo, come sarà il campionato di Serie A? Vediamo un lumicino in fondo a questo periodo buio e quella luce fioca ci aiuta a sperare e a credere. Ripartiremo quando non ci sarà più alcun rischio per nessuno, lo stabilirà la comunità scientifica e il Padreterno prima dei medici. Ma dovremo ripartire insieme al resto del mondo. Perché anche il calcio è vita. E allora possiamo cominciare a chiederci come saremo, anzi, come saranno le venti squadre del nostro campionato il giorno in cui il senso della vita riprenderà il suo corso naturale. Soprattutto possiamo chiederci cosa dovranno fare quelle squadre e i loro allenatori per migliorare la posizione in classifica o anche solo il gioco, per puntare all’obiettivo, che sia scudetto o salvezza, per eliminare i difetti e smerigliare i pregi, per riprendere confidenza col gioco più bello del mondo. Questa è una analisi di attesa che passa dalla Juve al Brescia e che alimenta la speranza di tutti di rivederle in campo il prima possibile, ma solo quando sarà il momento.

JUVE
Recuperato il primo posto in classifica, la Juve dovrà occuparsi anche e soprattutto della Champions League (a luglio, ad agosto, quando sarà, se sarà). Deve alzare il livello del suo gioco, cancellando il primo tempo terribile contro il Lione. Questo può farlo se recupera Pjanic ai suoi livelli, il giocatore che secondo Sarri (ricordando Jorginho...) dovrebbe toccare 150 palloni a partita. Giocando come a Lione, la Juventus faticherà ad arrivare in fondo alla Champions.

LAZIO
Probabilmente è la squadra più penalizzata da questa lunga sosta. Filava tutto liscio a Formello: il gioco c’era (scintillante, prorompente a tratti), i risultati pure. Il quintetto magico (Leiva, Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Correa, Immobile) funzionava alla perfezione. Inzaghi deve fare finta che il campionato non si sia mai fermato, deve riportare la squadra al giorno dello stop, possibilmente a due settimane prima, al secondo tempo contro l’Inter. Ci vuole uno sforzo di immaginazione.

INTER
Se Eriksen è, sul piano tecnico, il miglior giocatore dell’Inter, Eriksen deve giocare. Conte deve ancora capire come inserirlo, nell’ultimo periodo la squadra ha sbandato anche come risultati. L’Inter è scesa al terzo posto, lo stesso di Spalletti nell’anno precedente, con organico ridotto per qualità e quantità, senza i mostruosi investimenti di questa stagione. Eriksen può migliorare il gioco di Conte, può renderlo meno prevedibile. Il suo inserimento appare indispensabile.

ATALANTA
E’ una  macchina perfetta e vale quanto detto per la Lazio: la sosta proprio non ci voleva. Per essere chiari, “questo” tipo di sosta non ci voleva al mondo intero, ci sembra ovvio ribadirlo. E’ in zona-Champions in campionato ed è la prima italiana a sbarcare nei quarti di Champions. Può fare meglio? Speriamo di sì. Per esempio può aiutare quel fenomeno di Ilicic a entrare in corsa per il Pallone d’Oro. Anche così potrebbe restituire un sorriso al suo popolo terribilmente ferito.

ROMA
La Roma prima ha sorpreso, poi è piaciuta, poi si è fermata, poi si è persa, poi si è ritrovata. Una squadra strana, in questa stagione le è mancata la continuità. Quando Zaniolo stava bene e Pellegrini pure, arrivavano i gol di Dzeko, funzionava l’attacco sugli esterni, era più che pregevole lo sviluppo dell’intera manovra. Ma non sempre è andata così e lo dicono anche i risultati: pareggio brillantissimo nel derby, poi tre sconfitte di fila, infine due vittorie di fila. Deve trovare un minimo di stabilità.


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