Coronavirus, il protocollo della Figc: dai ritiri blindati al distanziamento di 2 metri

Sanificazione degli ambienti, test medici ripetuti, divieto di partitelle nel primo periodo: questo e molto altro nel documento di 47 pagine redatto dalla commissione tecnico-scientifica della Federcalcio
Coronavirus, il protocollo della Figc: dai ritiri blindati al distanziamento di 2 metri© ANSA
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ROMA - Un documento voluto dal presidente della Figc Gabriele Gravina è stato consegnato ieri al ministro della Salute Roberto Speranza e al ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, che mercoledì 22 aprile riunirà in video-conferenza tutte le componenti della Federcalcio per discuterne i contenuti. L'obiettivo del mondo del calcio è chiaro: ripartire appena arriverà il via libera del Governo, al momento fissato al 4 maggio, in piena sicurezza e tutelando nel migliore dei modi la salute dei protagonisti. Per questo "le indicazioni per la ripresa degli allenamenti delle squadre di calcio professionistiche e degli arbitri, contenute nel protocollo di 47 pagine, prevedono norme rigide divise in due parti: nella prima sono riportate le regole sanitarie, nella seconda i comportamenti da tenere dentro il centro sportivo e durante le sessioni di allenamento".

Test e tamponi

Rimandando ogni decisione al Governo, nel protocollo non si parla mai di ripresa del campionato, ma soltanto degli allenamenti. Tre-quattro giorni prima del ritiro obbligatorio, i calciatori dovranno effettuare dei test, venendo divisi in tre gruppi (A, B e C): i guariti, i guariti dopo sintomi lievi e quelli mai risultati positivi. Saranno sottoposti a screening completi, visite cliniche, tamponi, elettrocardiogramma, spirografia (registrazione grafica dei movimenti respiratori per la valutazione della capacità respiratoria) e l'analisi di diversi valori del sangue.

Sospetti di Coronavirus

In caso i test effettuati non permettano di certificare una totale negatività, i calciatori sarà imposto l'allontanamento, con conseguente autoisolamento e terapia, andando a ricercare eventuali danni o complicazioni polmonari. 

Ritiro, controlli, sanificazioni

Il ritiro sarà di fatto "blindato" e si procederà a costanti controlli giornalieri, in primis quello della temperatura, sanificazione periodica degli ambienti e rigide norme comportamentali.

Gli allenamenti

La fase del ritiro sarà di tre settimane e nella prima non si svolgeranno allenamenti veri e propri. Saranno consentiti esclusivamente esercizi di preparazione atletica e tecnica individuale. 

Distanziamento: dalla mensa alle docce

Nella prima settimana saranno vietate le partitella, in virtù della regola di distanziamento sociale obbligatorio di almeno due metri in ogni contesto, dalla mensa alle stanze singole (la doccia sarà permesso solo all'interno della propria camera).

Graduale ritorno alla normalità: le partitelle

Nelle successive due settimane si arriverà ad un graduale ritorno alla normalità, fino alle partitelle e, più in generale, ad un lavoro "di campo" più specifico. Resteranno in essere l'obbligo di mascherina e di distanziamento in tutti i luoghi comuni.

Chi rientra dall'estero

Per i calciatori che hanno scelto di trascorrere in patria il periodo di lockdown, al rientro, saranno obbligati ad un isolamento fiduciario fino al giorno dello screening. 

Nuove positività

In caso si registrasse una nuova positività, il protocollo parla chiaro: isolamento del caso sospetto e sospensione degli allenamenti fino alla ripetizione dei test da parte di tutti gli altri componenti della rosa, dello staff e degli addetti ai lavori.

Mascherine

L'ultima parte del protocollo riguarda le modalità di sanificazione degli ambienti ed impone l'utilizzo delle mascherine, illustrando tutte le tipologie disponibili.


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