Suazo: "Il Triplete dell'Inter lo sento anche un po' mio. Da piccolo tifavo Napoli"

L'ex attaccante del Cagliari: "Potevo andare al Milan, ma avevo dato la parola ai nerazzurri. Mourinho e Mancini? Due vincenti, diversi nel gestire il gruppo. Da allenatore vorrei fare la strada di D'Aversa, De Ze Zerbi e Juric"
Suazo: "Il Triplete dell'Inter lo sento anche un po' mio. Da piccolo tifavo Napoli"© LAPRESSE
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MILANO - David Suazo, per anni bomber del Cagliari e in seguito anche giocatore dell'Inter, ora fa l'allenatore di professione (la scorsa stagione ha allenato per tre partite il Brescia in Serie B). Intervistato da Casa Sky Sport, l'honduregno ha ricordato le tappe principali della sua carriera: "Far parte di quell'Inter è stato bellissimo, abbiamo vinto un campionato all'ultima giornata a Parma (nel 2007-2008, ndr) ed è stata una festa fantastica per tutti. Ma metto questa gioia alla pari della promozione del Cagliari nel 2003/2004, è stata come uno scudetto. Non andavamo in Serie A da quattro anni, in quelle stagioni sono potuto crescere. E poi per un honduregno, vincere un campionato in Italia è un qualcosa di speciale". Prima di esser ceduto al Genoa a gennaio 2010, Suazo fece parte della rosa che poi conquistò il Triplete: "Quando fai parte di un gruppo del genere senti tue le vittorie. Sono stato in quel gruppo per sei mesi, ho anche fatto un gol. Poi li ho sempre seguiti, quindi sento quel 'Triplete' anche un po' mio. La forza di quell'Inter era il gruppo, anche se non entravi nell'undici titolare sapevi di far parte di una squadra che stava facendo la storia. Il merito è di Mourinho, eravamo tutti pronti ad aiutare e i risultati finali lo hanno dimostrato".



Suazo in nerazzurro ha potuto godere degli insegnamenti di due grandi tecnici: "Mancini e Mourinho sono due vincenti, diversi nel gestire la rosa. José sceglie una sua squadra ed è quella, poi se il titolare si fa male entri. Mancini invece teneva tutti sulla corda, ruotava i giocatori molto di più. I difetti? Per Mou il fatto di avermi fatto giocare poco. Mancini, invece, mi ha voluto a tutti i costi, ma si arrabbiava troppo. Mi ripeteva 'Devi capire che non sei più al Cagliari', ma mi ha dato tanti consigli importanti. A chi m'ispiro da allenatore? A Cagliari ne ho avuti più di 15, tra i quali anche Giampaolo, ognuno mi ha dato qualcosa. Vorrei fare come De Zerbi, D'Aversa, Juric".

Poteva essere del Milan, e invece...

Suazo fu cercato a lungo dal Milan nell'estate 2007, ma poi scelse i cugini nerazzurri: "Il Cagliari mi disse che c'era questa possibilità, ma io avevo già dato la parola all'Inter e la rispettai, avevo anche parlato con Mancini. Lasciare Cagliari dopo 8 anni non è stato facile, è la mia città e anche oggi vivo qui. Ma quando arrivano chiamate del genere, il tuo club ne parla con te e valutate insieme, era arrivato il momento di lasciare. All'Inter mi sono tolto tante soddisfazioni, ho incontrato calciatori e allenatori importanti. Ho imparato da tutti, a partire da Zola a Cagliari. Mi ha impressionato Ibra, era il giocatore che realmente poteva da solo vincere le partite. Anche Milito e Figo erano molto forti". L'intervista all'ex attaccante centramericano si conclude con una curiosità: "Quando ero bambino in Honduras vedevamo in tv solo una partita di Serie A a settimana, ed era sempre una del Napoli di Maradona. Per questo, negli anni '80, nel mio paese tutti i bambini tifavano per gli azzurri!".


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