MILANO - Saranno tre settimane decisive e fondamentali quelle che attendono il calcio italiano. Da oggi, e non oltre il 25 maggio - termine ultimo fissato dall’Uefa perché le Federazioni comunichino se riusciranno a completare i campionati nazionali e come intendono farlo -, si capirà definitivamente se ci sarà margine per tornare in campo, oppure se si dovrà chiudere tutto. L’ultima decisione spetterà al Governo, come ha confermato il Ministro Spadafora in settimana. E prontamente si sono allineati anche Dal Pino, presidente della Serie A, e tutti i club del massimo campionato, riuniti venerdì in Assemblea. Il concetto è ormai noto: tutti favorevoli alla ripresa dell’attività agonistica, a patto che ci siano le adeguate condizioni di sicurezza, altrimenti toccherà allo Stato “tirare giù la saracinesca”. Ovvio che tale scenario fa comodo alle società anche nella querelle per i diritti tv, ma questo è un argomento a parte.
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Juve e Inter
La giornata di venerdì è stata caratterizzata pure dalle prese di posizione di Agnelli e Marotta. Non si è trattato di dichiarazioni pubbliche, ma di interventi all’interno delle riunioni. L’ad nerazzurro, infatti, ha preso la parola durante il Consiglio, il presidente bianconero lo ha fatto nell’Assemblea immediatamente successiva. Medesimi i concetti: il fermo desiderio di tornare a giocare e l’auspicio di riprendere gli allenamenti di squadra il prossimo 18 maggio e le partite vere e proprie a giugno. Si è trattato di interventi pesanti, alla luce del ruolo che hanno i due club, ma anche gli stessi dirigenti, all’interno del sistema calcio, sia italiano sia internazionale.
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