Anonima Asintomatici

Anonima Asintomatici
Ivan Zazzaroni
3 min

L’Asintomatico Anonimo è l’ultima frontiera del frondismo. Pardòn, la penultima: ci sono presidenti dotati di una fantasia primitiva dagli effetti fin troppo prevedibili e altri che si limitano a registrare con un certo raccapriccio l’evoluzione della pandemia. L’AA è verosimilmente un assist servito al ministro Spadafora che, ricevuta la palla, tenta subito il tiro, il più delle volte sbagliando porta (leggi i riferimenti al ritardo della Premier e alla posizione degli ultrà).

Ribadisco: non tutti quelli che denunciano la presenza di un AA sono contrari alla ripartenza, sarebbe tuttavia opportuno che anch’essi indicassero i nomi dei positivi. È sempre utile sapere chi, nel caso in cui si ricomincerà a giocare, risulterà sottoposto a quarantena e chi no: il povero Pezzella, uscito indenne dal Covid e inserito da una mano social tra i “nuovi appestati”, ha dovuto chiarire pubblicamente che non rientrava nella lista.

Ieri il presidente di una società di B più curioso e sospettoso di altri ha chiesto a un suo ex giocatore tesserato per una squadra molto “colpita” se gli avessero rivelato l’identità dei compagni contagiati. Risposta: «Non ci hanno detto nulla». Strano. Della categoria “stranezze” fa parte anche quest’altra segnalazione: mercoledì in tutta la Toscana si erano registrati 26 positivi, il giorno dopo 30. Possibile che il 20% fosse rappresentato da giocatori e staff della Fiorentina? Da quelle parti il lockdown non è servito a nulla? La mia solidarietà va a Giuseppe Barone che ha sempre condiviso la battaglia di Federazione e Lega: preciso che nella fase iniziale tanto la Samp quanto la Viola si erano distinte per trasparenza (Pezzella, Cutrone, Vlahovic, Gabbiadini). Da giovedì, invece, il silenzio.

E l’asintomatico anonimo 0 del Toro? Pare sia un primavera che ha già esordito in prima squadra. E i tre positivi del Milan mai esistiti? Brava la società a fare subito la smentita. Il diritto alla privacy è sacrosanto, in casi come questo - però - la trasparenza lo è di più. La Juve non ha nascosto Rugani, Matuidi e Dybala e, anzi, quando è uscita da un recinto spagnolo (fattoria El Chiringuito de Jugones) la bufala sulla positività di Paulo al quarto tampone, non ha fatto una piega e ha provveduto a effettuare le sue verifiche. Risultato: negativo e allegria.

In Federcalcio circola una battuta che ha tutta l’aria di essere una riflessione molto acuta: «La Serie A sta aiutando il Paese a scovare i positivi che nella fase 2 avrebbero potuto infettarlo».

In Germania il campionato riparte con 10 positività, e forse anche più di dieci. Da noi a cinque settimane dal riavvio aumenta in modo esponenziale la collezione degli AA e dei cacadubbi. E allora viva il sole di Roma e Napoli che evidentemente protegge anche gli atleti. 


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