Uefa irritata, ora l’Italia rischia tanto

L’interpretazione della quarantena è una minaccia per la Champions. Le rigide condizioni poste dai consulenti del governo mettono in dubbio anche la partecipazione delle nostre squadre alle coppe. E attenzione alla Nazionale
Uefa irritata, ora l’Italia rischia tanto© Juventus FC via Getty Images
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Mentre la Figc aspetta ancora una convocazione da parte del governo per il vertice tra il presidente Gravina e il premier Conte, l’Uefa guarda con preoccupazione a quello che sta accadendo in Italia. Anche perché le norme stringenti richieste dal comitato tecnico-scientifi co per il protocollo degli allenamenti (cosa chiederà, di questo passo, per il protocollo gare che prevede le trasferte?) mettono a rischio non solo la ripresa del campionato, ma probabilmente anche la partecipazione alle coppe europee di Juventus, Atalanta, Napoli, Inter e Roma. E, chissà, pure il cammino dell'Italia nella Nations League a settembre. Discorso prematuro quello legato agli azzurri? Forse, ma attenzione...

Ipotesi riduzione format Champions ed Europa League

IL TIFO NON BASTA - Non è un mistero che Ceferin stia tifando perché la Serie A, la Bundesliga, la Liga e la Premier League ripartano e assegnino tutte i rispettivi titoli sul campo. Sarebbe un grande segnale in vista delle coppe europee ad agosto. Ecco perché il numero uno di Nyon sta considerando (a malincuore) una riduzione del format di Champions ed Europa League pur di dare eventualmente alle Leghe qualche "finestra" in più dove mettere le proprie gare di campionato, diciamo dal 2 al 12 agosto. Se dalla Germania, dall'Inghilterra e dalla Spagna i segnali sono stati finora incoraggianti e ci sono date già fissate (o almeno ipotizzate) per il via dei tornei, la stessa cosa non sta succedendo in Italia.

La Uefa a riguardo non ha preso posizione: niente dichiarazioni ufficiali, nessun comunicato. Anche perché a Nyon si attengono alle decisioni dei governi e non intendono assolutamente interferire nelle questioni politiche, men che meno adesso che in ballo c'è un tema delicato come quello della salute di intere nazioni. Detto questo, in riva al lago Lemano hanno rilevato che i criteri scelti dalla nostra classe politica per la ripartenza del pallone sono i più rigidi di tutta Europa e che da noi al momento non ci sono certezze, neppure quella della ripresa degli allenamenti (il protocollo non è ancora stato validato e il tempo stringe), a cinque giorni dalla data teoricamente fissata per vedere i giocatori allenarsi di nuovo in gruppo ovvero lunedì 18.

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