Sacchi esclusivo: "Italia, adesso ci vuole coraggio"

Il grande tecnico ed ex ct azzurro spinge, come da sua filosofia, il Paese ad andare all’attacco: "Se la curva dei contagi non risale, bisogna ripartire. Gli attacchi di Van Basten? Quando arrivò non era un top player, con me vinse tutto"
Sacchi esclusivo: "Italia, adesso ci vuole coraggio"© LAPRESSE
Alessandro Barbano
3 min

Arrigo Sacchi, il campionato si deve concludere? «Se la curva dei contagi non risale, io penso che si debba ripartire. Con un impegno: se qualcosa va storto, dobbiamo essere pronti a riconsiderare il calcio la più importante delle cose non importanti».

In quel caso chi sta avanti vince?

«No, in quel caso non vince nessuno. Ma io sono un ottimista, spero che l’epidemia ci darà tregua e magari a settembre sarà anche possibile riaprire gli stadi».

Il suo ex presidente, Silvio Berlusconi, dice che forse è meglio fermarsi. Ma se fosse ancora premier, non inonderebbe l’Italia di ottimismo per far ripartire il campionato?

«Lui è un uomo di grande umanità, ha visto il dolore e ne è rimasto turbato. Lo stesso è accaduto a me. Nei giorni più drammatici ho parlato con un medico in prima linea di un ospedale milanese. Mi diceva: qui moriamo tutti, non abbiamo neanche guanti per difenderci, e dobbiamo scegliere ogni giorno chi intubare e chi lasciar morire. Parole così ti scavano un buco dentro».

Ma Sacchi alla guida del Paese, davanti al rischio di una crisi economica e sociale anche più grave di quella sanitaria, non giocherebbe all’attacco?

«Senz’altro. Per uscirne ci vuole fiducia. E purtroppo noi italiani siamo inclini a diffidare. E i diffidenti sono anche pessimisti».

I tedeschi ci insegnano qualcosa?

«Loro sono strateghi, e dalle grandi crisi si esce con una visione di futuro. Noi siamo tattici, facciamo fatica a capire la straordinarietà di questo momento storico». [...]

Nella sfida per lo scudetto deciderà la maturità dei campioni?

«Non solo. Contano anche e soprattutto i club. Due anni fa la Juve perde con l’Inter a Milano due a uno e rischia il sorpasso del Napoli. In dieci minuti Cuadrado e Higuain ribaltano il risultato e blindano lo scudetto. Ma il merito non è solo loro. L’impresa è figlia del carattere che passa tra le generazioni e si fortifica nella storia di una società».

Vuol dire che la Lazio non ha chance?

«La Lazio sta inseguendo un sogno. Se vince, chapeau. Ma la sua storia non è paragonabile. E la storia conta. In ogni caso Lotito dimostra di avere una coerenza tutta sua». [...]

Qualche violinista riottoso come Van Basten non tollerava il suo spartito. E lo ha detto di recente forte e chiaro.

«Quando è arrivato al Milan, aveva venticinque anni. Non era ancora un top player. Con me ha vinto due palloni d’oro, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, due Supercoppe Europee. Senza un copione, ci può essere solo improvvisazione e pressappochismo. Anche gli attori più affermati hanno bisogno dell’aiuto degli altri per esprimersi. A questo mi sono ispirato, andando ventisette anni contro i luoghi comuni e sfidando chi sperava che fallissi prima o poi».

Leggi l'intervista completa sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie A, i migliori video