Ripartenza campionato: quarantena ultimo ostacolo

Ripartenza campionato: quarantena ultimo ostacolo© FOTO SCHICCHI
Alessandro Barbano
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La quarantena è l’ultimo ostacolo da saltare. I virologi insistono su una tempistica – i quattordici giorni di isolamento – incompatibile con lo svolgimento del campionato. Il primo positivo nello staff di Mihajlovic lo dimostra: da ieri il Bologna ha sospeso gli allenamenti collettivi. Se accade a campionato iniziato, lo stop di due settimane di una sola squadra può fermare tutto. Ci sono 1400 persone da monitorare per due mesi e mezzo: sono i calciatori, gli allenatori, i preparatori, i match analist, i dirigenti e i magazzinieri dei venti club di serie A. Che uno di loro possa contagiarsi, pur con tutte le precauzioni del protocollo, è una circostanza quasi probabile. Ed infatti è già accaduto. Non si tratta, come recita il saccente comunicato del comitato tecnico scientifico, di “ipotizzare un trattamento particolare per i professionisti del calcio”, ma di stabilire misure di profilassi compatibili con l’obiettivo di garantire la conclusione del campionato. Né si tratta di mettere in discussione, come continua la stessa nota, “il rigore etico con cui il comitato affronta i problemi legati alle riaperture del Paese”. Perché, se ci fosse meno etica e più scienza nelle decisioni di questo sinedrio di scienziati, non sarebbe poi una tragedia.

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