Lazio e Juve, i punti qualità

Lazio e Juve, i punti qualità© Getty Images
Ivan Zazzaroni
4 min

Quando ti dimentichi dell’assenza del pubblico vuol dire che il cospicuo capitale emotivo del calcio non è andato disperso e che il campionato ha un senso compiuto, nonostante qualcuno continui a ripetere che è tutto diverso, un’altra cosa. Non è un altro calcio: è ancora quello di Dybala e Immobile, di Cristiano e Luis Alberto, della Juve e della Lazio, protagoniste assolute di una stagione prima strappata e poi ricucita, pur se con tanta fatica.

Molto del merito va attribuito alla Lazio, impegnata nell’inseguimento di una Juve in sensibile crescita e, quel che più conta, abituata alle fughe in solitario, da otto anni vincenti. Una Lazio che ha fatto suo lo slogan di Simona Ventura, torinista della prima ora, “crederci sempre, arrendersi mai”: non si concede la resa neppure quando - come è accaduto ieri - dopo appena cinque minuti la partita prende l’indirizzo sbagliato. Non è stata ammaliante, nell’occasione, ma la sua voglia inesausta di tenere in vita il sogno si è fatta sicurezza e generosità: per ottanta minuti ha occupato la metà campo del Toro. Che è stato pessimo, troppo trattenuto, bloccato sul vantaggio trovato su rigore e incapace di assistere Belotti che si è sfiancato nel tentativo di allungare la squadra. Troppe zone opache, troppa attenzione tattica (è una mia impressione) e poco coraggio: Meité e Rincon si sono impegnati prevalentemente nella prima protezione.

Radu: "La Lazio vince anche con le assenze"

Luis Alberto, Radu e Acerbi i più lucidi e in partita, oltre la sufficienza Patric, sempre presente a se stesso Milinkovic. Mi sono piaciuti meno gli esterni Jony e Lazzari, che hanno – sì – garantito l’ampiezza, preoccupandosi eccessivamente di assicurare l’equilibrio più che di incidere favorendo la superiorità numerica – insistita, ad esempio, la palla indietro di Lazzari, al quale concedo l’attenuante dello sfinimento da allungo.

Ciò che si apprezza maggiormente di questa Lazio, nella quale si avverte l’assenza di Leiva e Lulic, è il senso di responsabilità, la gestione dei tempi, la consapevolezza del momento che ispira in particolare Immobile, ventinove gol in altrettante partite; un Immobile ancora distante, per condizione generale, dalla versione pre-sospensione, eppure in grado di risolverla ugualmente.

Sabato sera, contro il Milan, Inzaghi, al quale mancheranno tanto Ciro quanto Caicedo, squalificati, sarà costretto a ridefinire attacco e strategia. Ipotizzo Milinkovic avanzato insieme a Correa. Non credo alla fantasia Bastos, anche se...

Lazio, Immobile e Caicedo saltano il Milan

Ho tenuto per ultima la Juve, anche per un’urgenza di originalità: a Marassi ha giocato da sola, e benissimo, mostrando per la prima volta una condizione da Champions e esaltando la regia di Bentancur, la sconfinata grandezza di Ronaldo e soprattutto il talento di Dybala, capace di aprire le ultime tre gare (Bologna, Lecce e, appunto, Genoa) con il piede benedetto da Dio. Un anno fa Paulino era stato inserito nella lista dei partenti, per una serie di motivi che abbiamo più volte elencato è rimasto, facendo registrare un’enorme plusvalenza di culo. Inelegante, ma chiaro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie A, i migliori video