Lockdown e blackout

Lockdown e blackout© Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Un altro spiazzante blackout - a questo punto risulta spiegabile anche il primo, quello di San Siro - e undici gol subiti nelle ultime cinque uscite: una Juve poco equilibrata e troppo poco Juve, meno aggressiva, meno fresca, nervosamente reattiva. E un’altra occasione sprecata dalla Lazio (la quarta) che lunedì sera giocherà a Torino quella che nelle settimane della sospensione presentammo come la sfida-scudetto. Ora ci sono nove punti tra la squadra di Inzaghi e quella di Sarri, a sette l’Atalanta, a sei (più uno) potenziali Conte, impegnato stasera a Ferrara. Immaginare un finale più sorprendente e contraddittorio era francamente impossibile. Proprio Conte, che giusto martedì poneva dei dubbi sul suo futuro all’Inter («ho un progetto triennale, ma se non sono contenti di me...») ha la possibilità di procurare un po’ di ansia a Sarri, al quale non resta che trascinare (il verbo più appropriato) la Juve al nono scudetto consecutivo: oramai il campionato è un gioco di stanchezze più mentali che fisiche, non a caso le cose migliori le stanno facendo le squadre più leggere di testa e brillanti: il Sassuolo e l’Atalanta, che per qualità e volume di gioco avrebbero meritato di batterla, la Juve.

Tra le poche certezze del momento, una la segnalo, ed è Claudio Ranieri che sta replicando se stesso (anche) a Genova. Durante il lockdown la Samp, attraverso l’avvocato Romei, si era attivamente schierata dalla parte dei club che si opponevano alla ripartenza del campionato: le irrequietezze economiche della società, il numero-record di giocatori contagiati e ovviamente frastornati avevano indotto il dirigente di fiducia di Ferrero a unirsi agli anti-Gravina. Le tre sconfitte di fila dopo la ripresa sembravano giustificare l’antipatica campagna a favore del blocco, solo il lavoro di un tecnico poco portato ai fallimenti ha prodotto il recupero di punti e credibilità. Impresa che non è riuscita, ma su altri piani, a Zenga, sempre disinvolto e a suo agio come chi sa che sta facendo la cosa giusta eppure mai assistito dalla fortuna (gravissima la perdita di Nainggolan). Zenga è a rischio conferma - scatterebbe automaticamente con l’ottavo posto -: meriterebbe di proseguire con un gruppo alla cui formazione possa partecipare.

IL MOMENTO DELLA DISCONTINUITA'
L’ex internazionale Paolo Trefoloni, ora dirigente della Ternana, a freddo, dopo il playoff col Bari, ha detto: «Oggi per me, che ho avuto la fortuna di arbitrare ad alti livelli, è veramente difficile giudicare la partita, sono allibito. Per anni ho faticato a comprendere le reazioni dei dirigenti, adesso che sono dall’altra parte della barricata, mi rendo conto di quanto sia complicato non reagire ad ingiustizie così palesi. Veder vanificati gli sforzi di una società, di una squadra e di un ambiente intero, mi provoca rabbia».

Troppe volte abbiamo ascoltato discorsi del genere, mai però da un ex arbitro ricco di esperienza. Altrettanto duro è stato Ivan Juric, questa volta a caldo, ovvero dopo l’assegnazione del rigore a favore della Roma: «Che banda siete, siete senza vergogna». Chi era allo stadio, sotto vuoto, ha sentito tutto.

In campo prevale l’istinto e il tecnico del Verona, subito espulso, finirà per pagare lo sfogo, ma la fastidiosissima ripetitività degli attacchi impone una riflessione seria - oltre che sulle pessime abitudini degli addetti ai lavori - sul momento che sta attraversando la categoria arbitrale, nonostante il Var, novità che nelle intenzioni avrebbe dovuto ridurre notevolmente pregiudizi, sospetti, dietrologie.

A fine stagione, ovvero tra poche settimane, chiuderanno Rocchi, Calvarese (evidente la sua crescita negli ultimi due anni) e Giacomelli. Con tutto il rispetto per Marcello Nicchi, che da undici anni e tre mandati presiede l’Aia, è giunto il momento di cambiare: non discuto il suo lavoro, né la sua competenza, penso tuttavia che occorra procedere al rinnovamento di un settore fin troppo demonizzato. E lo dico anche per il suo bene. La discontinuità come valore e tentativo di soluzione.


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