Inter, senti Burdisso: "Ecco perché Conte può battere la Juve"

Dopo aver portato De Rossi al Boca, l'ex Roma è tornato in Italia in cerca di un'occasione come ds: leggi l'intervista esclusiva
Inter, senti Burdisso: "Ecco perché Conte può battere la Juve"
Marco Evangelisti
3 min

Nicolas Burdisso, che cosa sta combinando di bello?

“Dopo la separazione dal Boca Juniors ho preso l’abilitazione da direttore sportivo a Coverciano. Fungo da consulente, in via del tutto informale, per un paio di squadre. E aspetto l’occasione di tornare a fare quello che so fare, il direttore sportivo a tempo pieno”.

In Europa, si suppone, perché per uno come lei, figlio del Boca, qualsiasi altra sistemazione sarebbe un passo indietro.

“Ho ricevuto due offerte lì ed effettivamente ho detto no. Altre dal Nordamerica. Adesso c’è un altro paio di opportunità, anche in Italia”.

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Torino e Inter: quanto distano oggi da quelle in cui ha giocato lei?

“Il Torino tanto. Quanto l’Europa League dalla lotta per la salvezza. Nicola ha stampato la sua impronta e si è subito trovato il Covid di mezzo. Per una formazione di quel livello cambiare sette giocatori da una partita all’altra è micidiale. Non ti puoi allenare, non hai continuità. Spero riescano a salvarsi. Forse non è mai stata così dura per il Torino”.

E l’Inter?

“La mia e quella attuale sono molto diverse. Tuttavia, vedo un punto di contatto. Io sono arrivato all’inizio di un percorso impostato da Mancini e completato in seguito da Mourinho con il Triplete. Mi auguro che anche quest’Inter riesca ad aprire un ciclo. Ci sono tutte le premesse. Anche se in Champions League è andata male. Io già la consideravo la squadra più forte del campionato. Senza il peso dell’Europa, è evidentemente la favorita. Inoltre, diciamolo: è meglio per il calcio italiano che qualcuno interrompa l’egemonia della Juventus”.

Purché non resti un episodio.

“Inter a parte, Milan già detto, vedo il Napoli che tra un problema e l’altro sta costruendo qualcosa e le romane che sono una realtà”.

Lei stava per diventare direttore sportivo della Roma, giusto? 

“Se n’è parlato. Non era il momento. Il cambio di proprietà che si faceva, poi no e poi sì, e altre faccende. Sto assistendo ai cambiamenti che i Friedkin stanno portando avanti. Mi trasmettono fiducia, li considero parte rilevante del rinnovamento che serve al calcio italiano. Voglio bene alla Roma, penso sarebbe una notevole opportunità. Sia chiaro: non mi sto candidando, non è nel mio stile”.

Ha portato De Rossi al Boca. Non ha funzionato granché.

“Invece direi di sì. Un mese e abbiamo vinto il campionato. Poi si è infortunato. Ma l’effetto De Rossi si è sentito eccome: l’entusiasmo, l’aria fresca, il tocco di follia. Non posso parlare per Daniele, tuttavia mi è sembrato molto felice. Probabilmente è un’esperienza che avrebbe dovuto tentare più giovane. Lui come altri italiani”.

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