Superlega, che succede ora: la posizione di Juve, Inter e Milan

Mentre i bianconeri restano fermi sulle loro idee, torna il sereno tra l'Uefa e i nerazzurri: scopri tutti i dettagli
Superlega, che succede ora: la posizione di Juve, Inter e Milan© ANSA
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La Juve resta in silenzio ma non cambia posizione. Non c’è stata alcuna reazione ufficiale dalla Continassa dopo che la Uefa ha reintegrato i nove club che in un primo momento avevano aderito alla Superlega e che successivamente hanno fatto marcia indietro, deferendo invece agli organi disciplinari i restanti tre che non si sono dissociati. La società bianconera, appunto, insieme a Real Madrid e Barcellona. La Uefa ha riammesso, con sanzioni, chi ha rinunciato al progetto ma si è riservata "tutti i diritti di intraprendere qualsiasi azione ritenga opportuna contro quei club che finora si sono rifiutati" di farlo. La Juve non ha variato la sua posizione. D’altra parte, fin dall’inizio, il presidente Andrea Agnelli, uno dei promotori più convinti della Superlega, pur riconoscendo che, dopo l’abbandono degli altri club, il nuovo torneo "non si può fare", aveva anche ribadito di restare "convinto della bontà del progetto". Non sarebbe esatta invece la rivelazione del New York Times secondo cui Juve, Real Madrid e Barcellona sarebbero pronte ad intraprendere azioni legali nei confronti di chi è uscito dalla Superlega. Secondo quando filtra dalla Continassa si tratterebbe di una risposta con lettere legali e riserva di tutela ad altrettante lettere legali ricevute dalle altre nove società.

Inter, la situazione

Il provvedimento ufficializzato ieri dall’Uefa per chiudere la questione Superlega è solo l’ultimo atto di un percorso che l’Inter aveva avviato già da qualche giorno. In viale Liberazione c’era piena consapevolezza che si sarebbe andati in questa direzione. E, secondo quanto trapela dal club nerazzurro, la conclusione di oggi viene considerata come quella più logica e naturale. I colloqui con l’Uefa, insomma, sono stati produttivi e dalla società interista emerge tutto sommato la soddisfazione per aver chiuso rapidamente una parentesi che, quantomeno, non si è rivelata “felice”. Con l’organismo europeo è stato raggiunto quello che può essere ritenuto un gentlemen agreement. E significa che tra le parti è tornato il sereno. Insomma, al di là dei provvedimenti presi, le relazioni internazionali proseguiranno come in passato all’insegna della cordialità e senza ulteriori conseguenze. Come noto, la decisione di aderire alla Supelega era stata presa direttamente da Steven Zhang, senza il coinvolgimento dell’ad Beppe Marotta. Il lancio dell’iniziativa era avvenuto quando il presidente nerazzurro era ancora in Cina. Si può considerare significativo, allora, che l’abbandono definitivo alla Superlega si sia concretizzato proprio quando ha fatto ritorno in Italia.

Milan, no a battaglie legali

Il Milan e altri otto club europei sono stati ufficialmente reintegrati dall’Uefa dopo aver rinunciato alla Superlega. L’accordo prevede alcune sanzioni, come la trattenuta del 5% dei ricavi che queste società avrebbero ricevuto dalle competizioni Uefa per club per una stagione, inoltre i nove club reintegrati pagheranno una multa da circa 1,5 milioni di euro a testa da devolvere in beneficenza ai bambini, giovani e calcio di base nelle comunità locali in tutta Europa. La società rossonera aveva aderito alla Superlega per tentare di migliorare la competizione europea e per tutelare i propri interessi, soprattutto sotto l’aspetto dei ricavi commerciali. Ma il crollo della Lega, con l’uscita di scena delle società inglesi, ha portato il Milan a riflettere se intraprendere una battaglia legale contro l’Uefa o accettare la resa. La proprietà Elliott, soprattutto in altri ambiti, ha dimostrato di avere le potenzialità per una lunga guerra in tribunale, ma ha preferito accettare i termini dell’Uefa per tutelare la squadra e la società. Per il club sarebbe stato dannoso, con riflessi sul campo e sull’andamento sportivo, proseguire nel braccio di ferro con l’Uefa e così trovare l’accordo per riaprire un dialogo costruttivo. La proprietà americana ha scelto di non tenere il club sulla graticola per altre settimane, come invece potrebbe accadere per Juve, Barcellona e Real Madrid.

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