La Juve non toglie ancora il disturbo

La Juve non toglie ancora il disturbo© ANSA
Ivan Zazzaroni
4 min

L'inchiesta dell’Uefa che dovrebbe portare all’esclusione per un anno della Juve dalla Champions (insieme a Real e Barcellona) potrebbe risultare perfettamente inutile. Suggerisco perciò a Ceferin, scagliatosi con foga degna di miglior causa contro i ribelli, di evitare i primi sprechi risparmiando sulle spese della procura: la Juve è capace di uscire da sola dalla coppa che conta, non ha bisogno di una spinta. Quando mancano due giornate alla fine, a Pirlo servono infatti più i suicidi sportivi delle dirette concorrenti che i miracoli di Ronaldo e Buffon: Atalanta e Milan sono virtualmente “dentro”, oltretutto si affrontano all’ultima e nel prossimo weekend chiedono i tre punti dell’allungo decisivo a Genoa e Cagliari; il Napoli viaggia a velocità di crociera ed è atteso da Fiorentina e Verona, che non hanno più nulla da chiedere al campo; e la Lazio è più vicina all’illusione che al sogno.

Intrappolato in una stagione decisamente infelice, Pirlo si è dimostrato troppo esile per reggere il gioco: la sensazione è che in un certo momento qualche giocatore importante l’abbia mollato. Ma è solo una sensazione: in tutti questi anni ho imparato a non dare troppo credito alle voci, anche alle più insistenti. Col Sassuolo la Juve ha vinto con la qualità delle sue prime firme: la svolta l’ha determinata Buffon sullo 0-0, parando il rigore a Berardi. L’ha fatto prima di togliere il disturbo (testuale), così sono andato a rileggere la risposta che Cucci ha dato proprio ieri a un lettore: «E ci sta - nel momento in cui Gigi lascia Torino per altro destino - ricordare quel che di lui disse l’Avvocato avendone sperimentato la bravura: “Avevo chiesto un parere su Buffon a Zoff - rivelò, dopo aver vinto il suo ultimo scudetto, il ventiseiesimo - e aveva ragione: Gigi ci ha consentito di vincere quelle partite della rimonta senza le quali non saremmo arrivati al successo”». Visto quanto accaduto a Reggio Emilia, mi piace pensare che Buffon abbia voluto ripetersi anche nel momento dell’addio.

Due righe le dedico volentieri a Dybala: non tanto per il centesimo gol, quanto per sottolineare tutte le cazzate lette e sentite per mesi sulla qualità, la caratura e l’incidenza di Paulo. Se Pirlo l’avesse avuto in condizioni appena normali per almeno sei mesi, oggi sarebbe in Champions.

Il Milan ha stravinto a Torino approfittando delle scelte iperconservative di Nicola, che ha pensato soprattutto alla sfida di sabato a La Spezia, più che al recupero con la Lazio: assenti Nkoulou e Izzo, ha rinunciato inizialmente a Belotti, Sanabria, Verdi, Rincon, Ansaldi e Vojvoda, autore di due gol nelle ultime due uscite. Sette, però, fanno malissimo.

L’Inter ha continuato a “drogarsi” con la vittoria (cfr. Antonio Conte). Nessuna sorpresa: la Roma ha la testa a Mourinho. Non mi ha sorpreso nemmeno l’ultima dichiarazione di Marotta a Sky, anche se avrebbe dovuto farlo. Tra i più decisi oppositori dell’ingresso dei fondi nella Lega, dopo essere saltato dal treno della Superlega che stava andando a schiantarsi e avendo l’Inter una situazione finanziaria drammatica (adesso lo scrivono tutti), ha fatto una sontuosa retromarcia: «I fondi sono uno strumento utile nelle difficoltà, ma ci sono anche delle negoziazioni e delle condizioni da accettare che non sempre collimano con le esigenze dei club» ha detto. «Il fondo è uno strumento importante, ma le aspettative dei club possono anche essere quelle di difendere il proprio fortino. Sì alla negoziazione, ma nel rispetto delle nostre aspettative». Per dirla alla André Breton: «L’ultima cosa che mi preoccupa è di essere coerente con me stesso».


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