Arbitri e Var, ancora polemiche: Alex Sandro-Anguissa, adesso fateci capire

«Chiaro ed evidente errore» a Milano, i vertici arbitrali sono concordi: giusti OFR e rigore. Ma non sul fallo di Viña, la spiegazione è un caos
Arbitri e Var, ancora polemiche: Alex Sandro-Anguissa, adesso fateci capire
Edmondo Pinna
3 min

ROMA - Probabilmente, è solo una questione di lessico, di comprensione. Una sorta di Torre di Babele divide adesso gli arbitri dal resto del mondo del calcio. Ci vorrebbe, come accade nell’NBA (dalla quale abbiamo preso l’avveniristica concezione del Centro VAR unico, dall’altra parte dell’oceano ribattezzato Replay Center a Secaucus, New Jersey), un report sulle decisioni degli arbitri. Lo fanno, negli Usa, per gli episodi che succedono negli ultimi due minuti («Last Two Minute Reports») a determinate condizioni. Non ci sono sconti, solo regole chiare. Così come chiara è la spiegazione dell’eventuale errore e l’assunzione di responsabilità da parte della Commissione arbitrale nella National Basketball Association. Insomma, non è una cosa impossibile, basterebbe cominciare. E per farlo, proprio l’ultimo turno sarebbe stata l’occasione perfetta per varare il nuovo corso. Perché nessuno, come l’episodio di San Siro, incarna il concetto di chiaro ed evidente errore, come vedremo. E perché lo stesso avviene (o dovrebbe avvenire) per il fallo commesso su Anguissa all’Olimpico, ma qui le cose si complicano. Una Babele, appunto.

Ora serve chiarezza

Bisognerebbe spiegarsi. Meglio, spiegare una linea da seguire, valida per tutti, che non dia adito ai mille rivoli nei quali spesso si nasconde la polvere. Il che probabilmente non metterebbe al riparo gli arbitri da critiche, polemiche, accuse, ma contribuirebbe a creare quel famoso salto culturale che tutti auspicano ma nessuno s’impegna a costruire. Una posizione chiara, da parte dell’AIA, per stabilire una certezza. Cosa che non succede mai. Prendete il fallo di Dumfries su Alex Sandro, caso di «chiaro e evidente errore». Perché è vero che l’arbitro Mariani (valutato in maniera molto positiva, quasi eccellente, fino all’episodio, gli sarebbe bastato fischiare il fallo) fa segno che non c’è nulla e intima al bianconero di alzarsi, ma la sua è una percezione sbagliata. Non ha visto il calcio (leggero, ma è oggettivo ci sia), pensa che i due piedi si siano magari solo avvicinati. Lui ha visto una cosa differente da quello che è successo, ecco perché, nell’analisi del giorno dopo da parte dei vertici arbitrali, l’intervento di Guida al VAR è stato giudicato corretto, così come l’OFR e il rigore assegnato. Chiaro ed evidente tutto: il fallo, l’errore, la revisione. Per dimostrare il teorema, come controprova, si può portare il caso Handanovic-Defrel di Sassuolo-Inter: da rosso per molti, ma in quel caso, ciò che l’arbitro centrale (Pairetto) comunicava al VOR era una delle verità che il VAR (Nasca) vedeva nel video. Per questo è rimasto silente.

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