Juve-Inter, hanno confuso Irrati

Juve-Inter, hanno confuso Irrati© Inter via Getty Images
Ivan Zazzaroni
3 min

Così come Mourinho è riuscito ad anticipare la sequenza delle domande che gli hanno posto sabato in conferenza stampa, anch’io ho fatto una previsione risultata - purtroppo - azzeccata. Al posto del foglietto dello Special, pagina 3 dell’edizione di ieri: «... una sfida, Juve-Inter, in grado di restituirci novanta e passa minuti di calcio alto, Irrati permettendo», la mia “mourinhata”, «Rocchi non me ne voglia, ma trovo che questo arbitro sia più bravo, il migliore, al Var, non proprio il massimo in campo».

E infatti Irrati ha fatto un bel po’ di confusione. L’ha salvato - o forse incasinato ulteriormente - proprio l’assistente al video. Non una, bensì due volte: la prima, quando gli ha segnalato il pestone di Morata a Dumfries che non aveva colto; la seconda, quando per risolvere una situazione estremamente ingarbugliata (il fallo di Calhanoglu su Danilo dopo la respinta di Szczesny) sempre da Lissone è arrivata la “dritta” sull’ingresso in area di De Ligt, peraltro ininfluente, prima della battuta del turco dagli undici metri.

Tutto questo è accaduto nelle fasi finali del primo tempo: i cinque minuti di puro surrealismo arbitrale hanno condizionato l’andamento e ovviamente anche il risultato di una partita giocata con più decisione e brillantezza dalla Juve, presentata da Allegri con le due punte più Dybala. L’Inter è stata a lungo Brozovic e Skriniar, i migliori in campo. Anche Perisic ha fatto più del suo, particolarmente in fase difensiva.

Inzaghi non ha ancora risolto i problemi in attacco: a Torino Lautaro e Dzeko non sono andati oltre l’impegno, il sacrificio, il lavoro di raccordo. Simone ha però recuperato punti, posizioni e fiducia e tolto di mezzo proprio la Juve: adesso la corsa scudetto riguarda concretamente solo tre squadre: Milan, Napoli e Inter strette in pochissimi punti e corte, come fiato. Finalmente qualcosa di nuovo ed eccitante poiché a più voci, dopo un decennio di assoli.

PS. Una mia impressione o anche a voi Dybala, che comunque ha giocato una discreta partita, sembrava già un corpo estraneo? Lo sguardo assente, lo straniamento colto dalle telecamere. Solo quando aveva il pallone tra i piedi dimenticava... 

Ah, come ci si divertiva con Maurizio Mosca

Dodici anni senza Maurizio Mosca, morto non ancora settantenne il 3 aprile del 2010. Lo conoscevo bene: condividemmo numerosi studi televisivi e Processi indimenticabili. Non posso dire che fossimo amici, tuttavia con me fu sempre affettuoso e anche generoso (di sé): una volta si fece accompagnare per oltre 600 chilometri, tra andata e ritorno nella notte, dal tassista di fiducia solo per partecipare a una trasmissione alla quale l’avevo invitato. Non volle una lira. Tra bombe di mercato e pendolini, Maurizio faceva una televisione che non amavo particolarmente, ma che oggi risulterebbe ancora gradevole e quasi credibile. Era popolarissimo e certamente più divertente, autoironico e corretto di tanti suoi “imitatori”. Aveva la capacità di restituire al calcio la perduta leggerezza. «Ah, come gioca Del Piero» uno dei suoi must. Mi andava di ricordarlo di lunedì: fu a lungo il suo giorno.


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