La Serie A lontana dall’Europa: perfino le quattro di Champions faticano a tenere il passo

A giugno le big del continente hanno già messo a segno grandi colpi, qualcuno anche a parametro zero. Mentre le squadre italiane cercano di conciliare bilanci e competitività
La Serie A lontana dall’Europa: perfino le quattro di Champions faticano a tenere il passo
Nicola Balice
4 min

TORINO - Una Conference Europa League, vinta dalla Roma. Poi una finale di Europa League, persa dall'Inter nel 2020. Prima ancora due Champions sfumate sul più bello, sempre per la Juve, tra Berlino e Cardiff contro il Barcellona nel 2015 e il Real Madrid nel 2017. Il bottino internazionale delle squadre italiane negli ultimi dieci anni è tutto qui, un po' troppo misero per quanto ricco di rimpianti, recriminazioni, tentativi a vuoto di ridurre un gap sempre più evidente nei confronti delle grandi d'Europa.
E ad oggi questo distacco, sembra potersi solamente allargare. Questione di soldi, sicuramente, forse anche di idee e progetti credibili sul lungo periodo. Così a giugno i top club europei sembrano già più forti di prima. Mentre le grandi d'Italia si ritrovano in affanno, dovendo fare i salti mortali per unire esigenze tecniche a quelle di bilancio.

In Italia

Provando a fare un rapido riepilogo delle squadre qualificate in Champions, si può vedere come il Milan in questo delicato processo del passaggio di proprietà abbia fin qui sostanzialmente perso i capitani Kessie e Romagnoli, ha blindato l'accordo con Origi a parametro zero, pur temendo ora i sorpassi sul filo di lana per i vari Botman e Renato Sanches. L'Inter dopo aver perso Perisic sta puntando tutto sulla coppia a caccia di rilancio ma a prezzo di saldo come quella che arriverebbe in caso di accordi per Lukaku e Dybala, per il resto sa che una sola grande cessione (vedi Skriniar) non basterebbe per completare la rosa con gli obiettivi già individuati (vedi Asllani, Bellanova e Bremer). La Juve è pronta a riaccogliere Pogba, attende una risposta di Di Maria, va avanti con i casting mentre il mercato in uscita è bloccato sui cedibili e invece risuona pericolosamente attorno a un big come De Ligt, a gennaio sono arrivati Vlahovic e Zakaria ma nel frattempo sono andati via lo stesso Dybala e anche i vari Chiellini, Bernardeschi e Morata. Infine il Napoli ha sì accolto Kvaratskhelia e Olivera, ma ha perso Insigne e forse saluterà Mertens, con il rischio sempre più alto di veder scappare anche Koulibaly e Fabian Ruiz verso il miglior offerente. Il 1° settembre forse saranno più forti dell'anno scorso, per ora non c'è una sola squadra in Champions che abbia la certezza di esserlo.

In Europa

Invece, nel resto d'Europa, chi già dominava si è pure mosso in anticipo. Il Real della 14ª Champions ha già regalato ad Ancelotti sia Rüdiger che un centrocampista da 100 milioni come Tchouaméni del Monaco. Prime risposte al clamoroso rifiuto di Mbappé, infine rimasto al Psg che lo ha sostanzialmente ricomprato e strapagato (120 milioni alla firma, 50 milioni netti l'anno per tre stagioni), in attesa di concludere l'operazione Vitinha per cui verrà pagata la clausola rescissoria da 40 milioni al Porto. Il Bayern rischia di perdere Lewandowski dato in direzione Barcellona (che attende di ufficializzare almeno Kessie e Christensen) quando avrà ripianato i debiti? Intanto mette a segno il super colpo Mané del Liverpool per 32 milioni più 10 di bonus, arrivato dopo Gravenberch (18,5 milioni più 5,5 di bonus) e Mazraoui (svincolato) dell'Ajax. Nel frattempo Klopp si era già potuto consolare con Nuñez, pagato al Benfica 100 milioni tra parte fissa e bonus.  
Un giro di super colpi battezzato dal Manchester City che già a maggio aveva ufficializzato l'ingaggio di Haaland (pagata clausola rescissoria da 60 milioni) del Borussia Dortmund, a sua volta capace di sostituirlo subito con la stellina tedesca Adeyemi prelevata dal Salisburgo per 38 milioni. Pure il Tottenham di Paratici e Conte è pronto a fare sul serio, tanto per cominciare a zero è arrivato Perisic ma ci saranno colpi in ogni reparto. E siamo solo all'inizio, aspettando le prime mosse del nuovo Chelsea svizzero-americano: in Europa si corre, l'Italia rincorre. Cercando di capire come fare.


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