Attenti ad Allegri e aiutate Sarri

Attenti ad Allegri e aiutate Sarri© Marco Rosi / Fotonotizia
Alberto Dalla Palma
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La sesta vittoria consecutiva proietta al terzo posto la Juve, che nelle ultime sei giornate è stata l’unica a reggere il ritmo ossessivo e insostenibile del Napoli. Il 3-0 contro la Lazio è sembrato talmente semplice da farci pensare che dopo il Mondiale, con i rientri a tempo pieno di Vlahovic, Chiesa, Pogba e Di Maria, uno come Allegri (che più lo mandi giù e più si tira su) possa giocarsi ancora le sue carte in zona scudetto: è vero, i giovani Fagioli, Gatti e Miretti sono stati decisivi nella fase più delicata della stagione - come lo stesso Kean, mattatore anche contro i biancocelesti con una doppietta - ma l’esperienza dei giocatori “pronti subito” che Max aveva preteso potrebbe diventare fondamentale nel campionato di clausura, che il Napoli inizierà con otto punti di vantaggio sul Milan. È chiaro che la Lazio senza Lazzari, Immobile e Zaccagni non può essere competitiva di fronte alla Juve: vincendo il derby e battendo a fatica il Monza, Sarri aveva fatto quasi l’impossibile salendo davvero più in alto di quello che tutti avrebbero mai pensato. Purtroppo quando Mau deve attingere troppo dalla panchina, il livello del valore collettivo diminuisce in modo sensibile: può sostenere un cambio, forse due ma quando arriva anche a tre non bastano più il gioco e il possesso palla, mantenuto a lungo anche nel primo tempo di Torino. Eppure all’intervallo in vantaggio ci è arrivata la Juve, favorita da un clamoroso errore di Milinkovic (che dopo la squalifica pre-derby è completamente uscito di scena) e da un’altra incertezza di Provedel, sorpreso abbondantemente fuori area dallo splendido pallonetto di Kean. E quando la Lazio ha cercato di riorganizzarsi per risalire la corrente, è arrivato anche l’errore di Cataldi, più o meno simile a quello di Sergej: perso il possesso palla, i biancocelesti si sono fatti infilare di nuovo dal tandem Kostic (immarcabile per Hysaj) e Kean, prontissimo a raccogliere la deviazione del portiere biancoceleste. La Juve ha impressionato per la facilità con cui ha gestito la partita, lasciando il comando a Sarri ma ripartendo ogni volta che si sono riaperti gli spazi. Mau non è mai riuscito a trovare una contromisura per arginare Kostic, che spesso ha avuto trenta-quaranta metri di spazio per attaccare in libertà: il piccolo e giovane Romero e l’indisponente Milinkovic dell’Allianz non hanno mai dato una mano a Hysaj e così la Lazio ha pagato il conto degli sforzi sostenuti contro la Roma e il Monza. Il distacco bianconero è ancora molto elevato ma intanto Allegri è rientrato alla grande in zona Champions: indispensabile per il club l’arrivo tra le prime quattro, ma anche l’ipotesi di giocare per vincere l’Europa League - a pieno organico - non è male. Max, di sicuro, si è garantito un Natale sereno dopo aver addirittura rischiato il posto e dopo essere stato sottoposto a un linciaggio social che oggi fa persino sorridere. La Lazio non esce ridimensionata da questo 0-3 di Torino, ma il segnale arrivato dall’Allianz può aiutare Sarri a spingere per non ripetere gli errori commessi sul mercato in estate dalla società. È impossibile pensare che il tecnico possa affrontare altri sei mesi, in campionato e nelle due coppe, senza un vice Immobile, cioè un attaccante di ruolo. Studiando gli organici delle squadre italiane fino alla serie C, non abbiamo trovato un altro allenatore senza una riserva dell’attaccante titolare e un terzino mancino di ruolo. Il presidente Lotito non perda tempo a gennaio e procuri subito questi due giocatori a Sarri, dimenticando la favola che ogni sconfitta della Lazio porta il nome di Luis Alberto, ormai considerato un peso e non un valore aggiunto. Risparmiare oggi significa - come già accaduto in passato - perdere tanti soldi domani, quelli che possono arrivare dalla qualificazione Champions con un organico completo.


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