Napoli-Juve, uno show di record: 14 su 20 premiano Spalletti e Allegri

Dai tiri alla difesa, dai passaggi alle parate: anche per le statistiche, al Maradona c’è il top della A
Alberto Polverosi
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I numeri fin qui realizzati e il gioco fin qui mostrato dalle prime due squadre del campionato rendono chiara e forse perfino scontata la dinamica della partita che tutti aspettiamo. Attaccherà il Napoli, si difenderà e ripartirà la Juventus. Sarebbe clamoroso il contrario. È la scelta di Spalletti ed è la tradizione di Allegri, ma potremmo dire che anche la storia delle due squadre è questa. Storia recente per il Napoli, da Sarri in poi: si punta al gioco, se possibile allo spettacolo, per arrivare al risultato. Storia vecchia per la Juve: da Trapattoni ad Allegri, passando per Capello, Lippi e Conte, il gioco non ha mai avuto valore assoluto come il risultato.

CON O SENZA PALLA

Le cifre danno più forza alle sensazioni, già forti, della vigilia. Il Napoli ha il miglior attacco del campionato, la Juve la miglior difesa (non prende gol d8 partite di fila); il Napoli è la squadra che tira di più verso la porta avversaria e anche nella porta avversaria, la Juventus nella prima classifica è all’ottavo posto (perfino la Cremonese conclude più dei bianconeri), nella seconda classifica è settima; il Napoli tiene palla quanto nessun’altra squadra in Serie A, la Juventus se ne sbatte della palla ed in questa specialità è al nono posto; nei primi quattro gradini della classifica dei passaggi il Napoli ha tre rappresentanti (Kim, Di Lorenzo e Lobotka), la Juve nei primi dieci manco uno. Potremmo proseguire con questi dati che stabiliscono, anche sul piano aritmetico, la netta differenza fra le due squadre.

L’INFERMERIA

Poi però arriva la partita e può spaccare tutto, può ribaltare tutto. Inzaghi ha battuto Spalletti lasciandogli la palla e colpendolo con le ripartenze, Allegri cercherà di fare altrettanto, non perché c’è riuscito Simone ma perché con questo calcio ha ottenuto il massimo da una squadra che finora non è mai stata al completo. È questa un’altra pesante differenza fra Napoli e Juve. Spalletti non ha mai avuto l’infermeria piena come quella di Allegri che non ha mai potuto schierare la formazione pensata la scorsa estate. Ora pare che sia vicino, gli mancano “solo” Pogba, Cuadrado e Vlahovic ed è come se a Spalletti mancassero Anguissa, Politano e Osimhen. Intanto recupera Chiesa, anche se potrebbe iniziare in panchina, e in una partita come quella di venerdì sera l’ex viola può diventare un giocatore decisivo anche in corso d’opera.

GLI ESTERNI

Si è visto con l’Udinese: quando è entrato, o meglio quando Allegri lo ha spostato a sinistra, Chiesa è diventato il vero eversore della Juve, il giocatore che in una squadra che ha una sola velocità, la raddoppia. Si giocherà molto sugli esterni, Mario Rui (o Olivera) contro Chiesa (o McKennie) e Di Lorenzo contro Kostic, almeno così pare. Ma con una variante sul tema: Chiesa si appoggerà al genio di Di Maria, il bianconero più dotato di classe, mentre gli esterni del Napoli, Politano e Kvaratskhelia, si appoggeranno sul gioco consolidato della squadra.

EFFETTO QATAR

La sconfitta di San Siro contro l’Inter non ha lasciato tracce nel Napoli (ne ha lasciate di più all’Inter che a Monza ha pagato lo sforzo...), come si è visto a Marassi contro la Samp. Si poteva temere, per il Napoli, l’effetto del Mondiale, invece non è stato così. Per la Juve, che pure aveva spedito in Qatar undici rappresentanti, l’effetto è stato decisamente positivo visto che con due vittorie ha allungato la serie di successi consecutivi portandola a otto. La lunghissima sosta ha lasciato un po’ di ruggine sui polpacci di Kvaratskhelia, fi no a metà novembre il miglior giocatore del Napoli insieme a Osimhen e ora un po’ in calo. Lo aspetterà Danilo laggiù in fondo, ma prima che il georgiano metta piede nella zona calda troverà l’incrocio di McKennie (o Chiesa).

IN MEZZO

Spalletti ha bisogno di recuperare il giocatore che fa la differenza, pur sapendo di poter contare su un centrocampo che, per forza, idee e qualità è superiore a quello della Juve. Anguissa-Lobotka-Zielinski è il trio più completo e più dotato del campionato, McKennie (o Miretti, o Fagioli)-Locatelli-Rabiot non arriva a quel livello. È la ragione per cui Spalletti può spostare la sfida anche ai duelli diretti in mezzo al campo. Allegri dovrà invece affidarsi alla tecnica di Di Maria, il miglior giocatore della finale del Mondiale dopo Messi. Se l’argentino raggiunge di nuovo quell’altezza, può diventare un problema per la difesa del Napoli. E lo sarà anche per la sua posizione: un po’ attaccante, un po’ rifinitore, costringerà uno dei due difensori centrali napoletani a uscire dalla linea e in quelle situazioni basta un movimento sbagliato, basta un ritardo di un istante e sei fregato. Ma sull’altro versante, il Napoli ha un falco, Victor Osimhen, capocannoniere della Serie A: eccitante il duello con Bremer che ha però una sola possibilità: anticiparlo. Per Milik sarà invece l’occasione di un ritorno a Napoli tentando il riscatto. Napoli-Juventus ha davvero tutto per entrare nella storia di questo campionato e, ancora una volta, i numeri servono per rendere più credibile l’idea del primato: nelle 20 classifiche che riportiamo qui accanto, in 14 casi primeggia una delle due squadre. Meglio di così...


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