Sarri, pochi ricambi per la Lazio. Fiorentina, pochi gol

Leggi il commento al pareggio dell'Olimpico tra la squadra di Sarri e quella di Italiano
Alberto Dalla Palma
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L’ultimo minuto della partita dell’Olimpico può essere considerato l’istantanea di una sfida in cui la Lazio ha guadagnato un punto e la Fiorentina ne ha persi due: prima Provedel è stato costretto a fare un intervento difficilissimo sul tiro di Saponara, poi Milenkovic ha colpito la traversa da un passo e quello sarebbe stato il gol di un successo a sorpresa ma che nessuno avrebbe potuto mettere in discussione. I viola avevano tenuto sotto scacco la squadra di Sarri mettendosi proprio sul suo stesso piano, quello della gestione della palla: e nonostante non abbia la qualità dei palleggiatori di Mau, la Fiorentina ha mantenuto costantemente il possesso mettendo in grandi difficoltà un’avversaria che ha sprecato la grande occasione di salire al secondo posto, accanto all’Inter.

Lazio, fallito il salto di qualità

Dopo le vittorie contro il Sassuolo, il Bologna in Coppa Italia e il Milan martedì notte, si aspettavano tutti il salto di qualità della Lazio, il passo definitivo verso il vertice e, soprattutto, la risposta all’Inter e all’Atalanta, che sabato avevano fatto il loro dovere. Come sempre, invece, la squadra non ha risposto alle aspettative: rispetto alla partita capolavoro davanti ai Campioni d’Italia, i biancocelesti hanno fatto molti passi indietro, probabilmente causati dalla stanchezza. Sarri, ovviamente, ha riproposto la stessa squadra, costretto anche a prendere certe decisioni dall’assenza di ricambi all’altezza dei titolari, e così ha pagato il conto dal punto di vista fisico. Nel mese di gennaio la Lazio ha giocato cinque partite di campionato e una di Coppa proponendosi quasi sempre con la stessa formazione: oltre all’alternanza tra i tre esterni (Lazzari, Hysaj e Marusic) e al cambio obbligato tra Immobile e Pedro a causa dell’infortunio di Ciro, Sarri si è sempre affidato ai giocatori migliori tranne che a Lecce, dove Basic era stato utilizzato nel ruolo di Luis Alberto.

Lazio, serve il mercato

Evidente il dispendio di energie, come si è visto contro la Fiorentina: se il senatore Lotito non gli fornirà qualche alternativa di cui avrebbe bisogno, il tecnico toscano dovrà andare avanti così fino a giugno pur avendo anche gli impegni di Conference da affrontare. È difficile pensare che Sarri possa pensare a una Lazio titolare con Marcos Antonio, Basic o Vecino al posto di titolarissimi come Cataldi, Milinkovic e Luis Alberto.

Oppure con Cancellieri nel ruolo di Zaccagni, Felipe o Pedro: se Mau ha controfirmato questo mercato, avrà anche delle responsabilità sulla cronica mancanza di alternative ai titolari già evidente ai tempi di Inzaghi. Sorprendente soprattutto che abbia accettato la scelta di Marcos Antonio, un piccolo brasiliano che sembra avere più le qualità di una mezzala rapida che quelle di un solido centrale davanti alla difesa, ruolo decisivo per il calcio di Sarri. Nella sua personalissima corsa Champions, la Lazio ha perso terreno rispetto alle rivali e giovedì dovrà affrontare la Juve a Torino probabilmente con un solo cambio, che prevede il rientro a tempo pieno di Immobile.

Rispetto all’ultima partita contro il Torino, invece, Italiano ha inserito cinque giocatori freschi, tra cui il recuperato Nico Gonzalez. Ovvio che la Fiorentina fosse più fresca e stavolta il talento dell’argentino è servito eccome ai viola, che nel finale ha sfiorato più volte il successo.

Il tecnico aveva studiato bene la partita perfetta della Lazio contro il Milan e così ha scelto di mettersi a specchio con Nico guastatore spesso tra le linee e con un centrocampo di ottimi palleggiatori in grado di far girare la palla. Se la Fiorentina riuscisse a trovare qualche gol in più (solo 22 in 20 partite di campionato), potrebbe fare un salto di qualità immediato perché la distanza dal settimo posto che può portare in Conference non è elevata e perché la Coppa Italia può diventare una grande occasione dopo le eliminazioni di Napoli e Milan inserite nello stesso settore del tabellone. Forse una scelta definitiva fra Jovic e Cabral potrebbe aiutare, l’uno o l’altro, a ritrovare continuità e fiducia, che per un centravanti (soprattutto se in astinenza) è indispensabile.


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