Napoli-Milan: Maradona e tulipani, quegli scudetti ai poli d’Italia

La Napoli del riscatto e la Milano europea, gli azzurri trasformati dal Diez e i rossoneri dell’alba di Berlusconi: il confronto che anticipò tanti anni fa la trilogia, in scena ad aprile
Mimmo Carratelli
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C ’era una volta Napoli-Milan. E c’è ancora. Più di trent’anni dopo. La vecchia sfida di Diego e gli olandesi; il calcio di Sacchi e le audacie di Ferlaino; Milano chiama e Napoli risponde, ironizzava in tv Gigi Necco in quegli anni Ottanta a zampa di elefante, tra Pino Daniele e Massimo Troisi, Milano vicino all’Europa cantava Lucio Dalla, Napoli disoccupazione e spazzatura, ma diceva De André dal letame nascono i fiori, e nacque il pibe. Più di trent’anni dopo, non ci sono olandesi nel Milan, c’è appena un argentino, il Cholito Simeone, nel Napoli. Tutto è cambiato. Napoli-Milan, una sfida in campionato e due in Champions, propone un confronto che non è più lo stesso dei tempi di Careca-tira-la-bomba e Marco Van Basten. Si può dire che Victor Osimhen è oggi il Van Basten nigeriano del Napoli e nel Milan è un portoghese la stella, Rafael Leao. Nel Napoli fai fatica a trovare un giocatore di casa come Peppebruscolotti, Ciroferrara, Nando De Napoli e i “piccoli” Caffarelli e Volpecina dei tempi della gloria antica. Il Napoli è diventato una multinazionale.

Maradona contro gli olandesi

Napoli-Milan dei tempi del pibe fu una sfida improvvisa, il Napoli schizzando in alto con Dieguito, il Milan reso sontuoso da Silvio Berlusconi, il Napoli campione del mondo in Messico con Maradona, il Milan della difesa tutta italiana e dell’attacco tulipano. Gullit, Rjkaard e Van Basten arrivarono al Milan dopo che il Napoli aveva vinto il primo storico scudetto (1987) battagliando con la Juventus di Platini e l’Inter di Rummenigge. Il Milan di Hateley e Massaro era lontano. Quando arrivarono i tulipani, fu una sfida serrata. Il Napoli campione d’Italia andò a spron battuto, 12 partite iniziali senza sconfitte, 27 giornate in testa al campionato, il Milan olandese dietro, irriducibile segugio. Decisivo il match al San Paolo l’1 maggio 1988, azzurri in calo fisico, Bagni (azzoppato) inventato centravanti da Bianchi, Milan straripante ma contenuto nel primo tempo. Diego pareggiò il vantaggio di Virdis poco prima dell’intervallo. Galliani pessimista in tribuna. Cambio di scena nella ripresa con l’ingresso di Van Basten per Donadoni, ma fu Gullit con le sue mostruose sgroppate a incidere sulla partita. Bianchi inserì Giordano per Bagni. Virdis e Van Basten allungarono il punteggio. A dieci minuti dalla fine, Careca ridusse lo svantaggio, raccolse furiosamente la palla nella rete di Giovanni Galli e incitò i compagni alla riscossa. Rimase il 3-2 per il Milan, l’unico scudetto di Sacchi che portò la squadra a vincere in Europa. Napoli deluso. Senza Maradona, poteva ancora recuperare, ma fallì a Firenze (2-3), tappa nefasta di un altro scudetto perduto con Sarri trent’anni dopo. Rivolta nello spogliatoio azzurro contro Bianchi. Quattro epurati: Garella, Giordano, Bagni, Ferrario. Non ci fu duello Napoli-Milan nella stagione successiva, l’Inter vinse nel 1989, ma fu ancora Milano chiama e Napoli risponde l’anno dopo,

Lo scudetto del 1990

Bigon sulla panchina azzurra, ancora Sacchi su quella rossonera. Era il Napoli dei tre cuori Toro (Francini, Crippa, Corradini), di Alemao atleta di Cristo, di Gianfranco Zola che, al Campo Paradiso, si metteva in porta davanti a Maradona per rubargli il segreto del fatato piede mancino. Ed era sempre il Milan olandese. Diego sempre più prigioniero della polvere bianca. Napoli in testa sino alla 23ª giornata battendo nettamente il Milan all’andata (3-0, doppietta di Carnevale, gol di Maradona). Il Milan andò al sorpasso superando nel ritorno 3-0 gli azzurri che caddero nuovamente a Milano contro l’Inter (1-3). Bufera sulla vittoria “a tavolino” del Napoli a Bergamo (0-0 sul campo) per la monetina che colpì Alemao. Pari punti col Milan fermato a Bologna (0-0). La svolta alla penultima giornata. Il Napoli straripa a Bologna (4-2: Careca, Maradona, Francini, Alemao in gol), il Milan cede a Verona (1-2) innervosito dall’arbitraggio di Rosario Lo Bello. Napoli avanti di due punti. All’ultima giornata il gol-scudetto di Marco Baroni (con slip rossi portafortuna) alla Lazio, 1-0, inutile goleada del Milan al Bari (4-0).


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