Il Como non vinceva in Serie A da ventun anni e a ventun anni fa risaliva l'ultima partita giocata a Bergamo contro l'Atalanta che, all'epoca, s'impose per 2-1. Stavolta, invece, i lariani hanno vinto con largo merito, imponendosi sulla Dea che soltanto cinque giorni fa aveva sfiorato il successo all'esordio in Champions League contro l'Arsenal, secondo in Premier League. Narcisista e senz'anima, presuntuosa e giù di tono, l'Atalanta è andata in tilt di fronte a un avversario tatticamente ben disposto da Fabregas che ha avuto il merito di non demordere dopo avere subito il gol capolavoro di Zappacosta e si è battuto con grinta pari all'umiltà. Non ha ripagato Gasperini il turnover ridotto deciso rispetto al confronto con i Gunners: il tecnico ha schierato gli stessi otto undicesimi della formazione mandata in campo contro gli inglesi.
Controproducente la scelta di tenere inizialmente in panchina Lookman, uno dei giocatori che è già più in forma. Il rigore del nigeriano al 98' non ha lenito la delusione dei tifosi atalantini per la prestazione nettamente inferiore alle aspettative. Legittima, al contrario, l'orgogliosa soddisfazione lariana per un risultato che premia l'organizzazione di gioco architettata da Fabregas, i cui perni sono Audero, Dossena, Sergi Roberto, Moreno e Cutrone, con Strefezza punta di diamante e Fadera che promette grandi cose. L'unica nota positiva per Gasp è stata l'esordio in Serie A di Vanja Vlahovic, 20 anni, omonimo dello juventino Dusan, capocannoniere del girone A della Serie C nell'Atalanta Under 23 di Modesto con 5 gol in 5 partite. Vanja ha collezionato ventitrè minuti, compresi gli otto di recupero, mostrando molto del suo talento e procurandosi il penalty trasformato da Lookman. Significativo il fatto che il giovane serbo sia stato preferito a Zaniolo, anche per il vano assalto finale. Evidentemente, l'ex romanista è ancora in ritardo di condizione e gli converrà accelerare i tempi, se vuole risalire posizioni nella gerarchia dell'attacco. Il Como torna da Bergamo galvanizzato da nuove certezze, alimentate da una prestazione corale che gli ha fruttato la vittoria proprio nel derby molto sentito con i nerazzurri. La Dea, al contrario, deve fare subito un bagno di umiltà e ricordare sempre che essere i campioni in carica dell'Europa League non significa sottovalutare il confronto con una neopromossa, battutasi con l'ardore che, di solito, ci mette l'Atalanta. Troppo brutta per essere vera. Sabato, Bologna le offrirà già l'occasione per una dirimente controprova. Sarà dura.