Serie A, corsa scudetto mai vista: dal Napoli alla Juve, chi può spuntarla

Tra gli azzurri e i bianconeri ci sono Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio: sei squadre raccolte in due punti dopo 12 giornate
Alberto Polverosi

Sei squadre in due punti, dopo 12 giornate, non era mai successo da quando è iniziata l’èra dei 3 punti a vittoria. Non solo, per trovare un altro campionato con un mischione del genere bisogna tornare indietro di quarant’anni, stagione 83-84, quando ancora si assegnavano i 2 punti a vittoria e quindi era molto più facile di oggi accorciare la classifica. Allora, dopo le stesse 12 giornate, in testa c’erano Juventus e Roma con 16 punti, poi Verona, Torino e Sampdoria con 15, Fiorentina e Milan con 14. Per la cronaca fu la Juventus a vincere lo scudetto. Oggi tocca a Napoli, Atalanta, Fiorentina, Inter, Lazio e Juventus, raccolte dai 26 ai 24 punti. Nessuna di queste squadre sfiora la perfezione, quasi nessuna ha un percorso regolare, così l’incertezza rende più affascinante la nostra Serie A.


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Napoli, 26 punti

In 12 partite è incappata in due rovesci che potevano lasciare il segno, due volte ko per 3-0, al debutto a Verona e al Maradona con l’Atalanta, ma nelle altre 10 partite ha incassato solo 3 gol. Subisce poco e non segna molto. Avrebbe bisogno del vero Lukaku. Il punto di vantaggio di Conte rispetto alle altre cinque concorrenti è l’assenza delle coppe, ma sia lui che De Laurentiis nascondono la parola “scudetto”. Convinzione o strategia? Il dubbio resta e sarà svelato solo alla fine.


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Atalanta, 25 punti

Negli anni scorsi, una partita come quella di domenica contro l’Udinese non l’avrebbe mai vinta. E questo è un segnale, forte e chiaro. Contro i friulani ha sofferto i postumi del trionfo in Champions, ma alla fine ha preso i tre punti. Come mentalità è la squadra più internazionale delle sei di testa, segna tantissimo (miglior attacco del campionato), sono 31 gol in 12 gare, 2 gol e mezzo ogni 90 minuti, grazie anche a una straordinaria ricchezza in attacco a cominciare dal capocannoniere della Serie A, Mateo Retegui, 11 gol in 12 giornate e non sempre da titolare. Lo scudetto? Perché no.


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Fiorentina, 25 punti

La sua stagione era partita male, aveva rischiato perfino di uscire subito, ai play-off, dalla Conference League. Dopo 4 giornate appena 3 punti, tre come la sua difesa che Palladino, ascoltando anche i suggerimenti dello spogliatoio (è stato lui a spiegarlo chiaramente), ha cambiato fra il primo e il secondo tempo con la Lazio: difesa a quattro più Gudmundsson che al debutto ha ribaltato la squadra di Baroni con una doppietta. È alla sesta vittoria consecutiva in campionato e soprattutto ha un centravanti che ora fa paura: tripletta di Moise Kean al Verona, otto gol in campionato, dodici compresa la Conference e la Nazionale in questo primo pezzo di stagione. Alla ripresa dovrebbe rientrare anche Gudmundsson.


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Inter, 25 punti

Se la situazione in cima alla classifica di Serie A è già strana per conto suo, la situazione dell’Inter lo è ancora di più. In quattro partite di Champions non ha mai subìto gol (e ha giocato anche contro Manchester City e Arsenal), solo l’Atalanta ha fatto altrettanto. In dodici gare di campionato ne ha presi 14, il doppio della Juventus. Aveva iniziato alla grande Thuram, che poi si è fermato, ma a Inzaghi mancano soprattutto i gol di Lautaro, per ora sono solo 5, un anno fa a questo punto del campionato ne aveva già segnati 12 e l’Inter aveva già 2 punti di vantaggio sulla Juventus.


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Lazio, 25 punti

È una bella sorpresa, come la Fiorentina. Alla prima grande occasione della sua carriera, Baroni ha dato vita a una creatura davvero interessante. La Lazio ha un collettivo che va studiato a fondo, i movimenti sono perfettamente sincronizzati, la qualità del gioco è forse più alta della qualità individuale. È una squadra che gioca e lotta fino all’ultimo istante, gioca e lotta insieme. La seconda o terza o quarta vita calcistica di Pedro è la testimonianza di quanta fiducia si avverta oggi a Formello.


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Juventus, 24 punti

Chiude il sestetto di testa con la miglior difesa del campionato. Dovrebbe segnare di più, però. Solo il Napoli ha fatto meno gol dei bianconeri. Dovrebbe attaccare meglio, anche. In certi momenti Vlahovic, nonostante i suoi 6 gol, sembra a rimorchio della squadra e non viceversa. Non ha mai perso gli scontri diretti (0-0 col Napoli, 4-4 con l’Inter e 1-0 sulla Lazio) e, se questo dato vale come unità di misura, i due punti che la separano dal Napoli sono davvero poca cosa.


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Sei squadre in due punti, dopo 12 giornate, non era mai successo da quando è iniziata l’èra dei 3 punti a vittoria. Non solo, per trovare un altro campionato con un mischione del genere bisogna tornare indietro di quarant’anni, stagione 83-84, quando ancora si assegnavano i 2 punti a vittoria e quindi era molto più facile di oggi accorciare la classifica. Allora, dopo le stesse 12 giornate, in testa c’erano Juventus e Roma con 16 punti, poi Verona, Torino e Sampdoria con 15, Fiorentina e Milan con 14. Per la cronaca fu la Juventus a vincere lo scudetto. Oggi tocca a Napoli, Atalanta, Fiorentina, Inter, Lazio e Juventus, raccolte dai 26 ai 24 punti. Nessuna di queste squadre sfiora la perfezione, quasi nessuna ha un percorso regolare, così l’incertezza rende più affascinante la nostra Serie A.


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Napoli, 26 punti
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Juventus, 24 punti