Gasp e Inzaghi non ce l'hanno con il Var, ce l'hanno con chi non usa il Var come si deve

Gli allenatori di Atalanta e Inter sono soltanto gli ultimi a protestare per gli sfondoni arbitrali. Però non contestano la tecnologia
Gasp e Inzaghi non ce l'hanno con il Var, ce l'hanno con chi non usa il Var come si deve© Inter via Getty Images
Xavier Jacobelli
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Nell'arco di ventiquattro ore, i tecnici di due delle tre squadre al vertice della classifica hanno caricato a testa bassa contro il Var. Dopo il pareggio con il Toro, riferendosi al rigore non concesso per il fallo di mano di Coco, Gasperini aveva sbottato a muso duro. Ha ribadito il concetto presentando la sfida di Coppa Italia con il Bologna: : “Sono assolutamente in difficoltà col Var, credo abbia modificato completamente il gioco del calcio. Anche chi è nel calcio da tanti anni non si riconosce in quello che è il regolamento, indipendentemente dai vantaggi o svantaggi che può avere in una partita o in un’altra. Non è uno strumento che ha valorizzato il gioco del calcio, lo ha peggiorato enormemente, c’è tanta confusione sui falli di mano, non mi piace assolutamente. È vero che ci sono alcuni casi eclatanti che il Var scopre, ma ce ne sono troppi che hanno reso questo gioco qualcosa di diverso, ma anche nello spirito, nei movimenti, nella coordinazione, nei movimenti dei giocatori: non ha migliorato il gioco, ha creato tanta confusione anche nei tifosi, le polemiche sono triplicate, tutto può essere il contrario di tutto”. E Simone Inzaghi, in calce al pareggio nel derby: "I ragazzi sono stati magnifici, ma purtroppo non sono andati oltre gli episodi di tre pali, tre gol annullati e un rigore clamoroso su Thuram. Preferisco non rivedere le immagini. Al quarto o quinto errore arbitrale, dopo che ho visto trasmissioni di giurisprudenza sugli episodi dell'Inter, inizio ad averne abbastanza". Gasperini e Inzaghi sono soltanto gli ultimi a protestare per gli sfondoni arbitrali. La verità è che non contestano la tecnologia, ma protestano contro il protocollo bizantino, confuso e tale da favorire la discrezionalità di chi dirige la partita, anziché ridurla, perché azzerarla è impossibile. Qui sta il punto. La verità è che, in caso di dubbio, la tecnologia dovrebbe intervenire sempre e comunque. Ma chi glielo dice gli arbitri che loro comanderebbero sempre meno?

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