Dopo il presidente della Serie A Ezio Simonelli, anche il numero uno della Figc Gabriele Gravina è intervenuto sulla questione rinvii che tanto ha fatto discutere nelle ultime settimane. Prima gli spostamenti della 33esima e 34esima giornata di Serie A per la morte e i funerali di Papa Francesco, poi il caos per Atalanta-Lecce per la morte del fisioterapista dei salentini Graziano Fiorita, situazione che ha scatenato le proteste. Il presidente della Figc ha voluto fare chiarezza sul tema in conferenza stampa.
L'annuncio di Gravina: "Ci sarà un protocollo per i rinvii"
Queste le sue parole dopo il consiglio federale: “Caos recuperi? Ne abbiamo parlato oggi, abbiamo stabilito che sarà predisposto di comune accordo con le componenti, un protocollo che si dovrà seguire per tutti gli eventi che possono accadere". Il presidente della Figc ha poi parlato di quanto successo nel caso specifico di Atalanta-Lecce con la morte del fisioterapista salentino: "Quando avviene un caso drammatico come quello di Fiorita ci facciamo prendere da momenti di smarrimento, diventa una reazione umorale. Per questo serve un protocollo che preveda tutto quello che deve essere fatto in questi momenti".
Gravina sul caso scommesse: "I ragazzi hanno dimostrato coraggio. Sono per il recupero"
Gravina è poi tornato a parlare del caso scommesse: "Questi ragazzi per l'atto di coraggio dimostrato dicendo di aver sbagliato hanno meritato la maglia azzurra. Questi ragazzi andando a parlare delle loro fragilità nelle comunità o davanti ai compagni hanno dimostrato tutto il loro orgoglio e coraggio. Ho una mia visione che porto avanti da tanto ed è un principio sancito nella Costituzione, che non può essere usata solo a sprazzi. Io sono per il recupero, per l'attività riabilitativa, non è il momento dei giudizi, ma della comprensione, capire la fragilità e la debolezza di questi ragazzi". Rimanendo in tema, il consiglio federale ha approvato la modifica dell'art. 137 - Sanzioni - del C.G.S. - con cui si prevede la possibilità di convertire parte di una sanzione inflitta ai calciatori impiegati nelle competizioni giovanili con attività "socialmente utili".