Bologna, De Leo: "Abbiamo lasciato la partita in mano al Cagliari"

Il collaboratore di Mihajlovic: " Dobbiamo essere più precisi, ad esempio nella gestione della palla."
Bologna, De Leo: "Abbiamo lasciato la partita in mano al Cagliari"© FOTO SCHICCHI
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CAGLIARI - Dopo la vittoria contro la Samp di domenica scorsa, il Bologna fa un passo indietro perdendo contro il Cagliari 2-3. Al termine della sfida, il collaboratore di Mihajlovic, De Leo ha parlato in conferenza: "Santander? Lo abbiamo cambiato per un problema fisico. Per risalire il campo la sua fisicità era molto utile, non dividiamo l’aspetto tecnico-tattico da quello fisico, a un certo punto è mancata l'intensità. E abbiamo la colpa di aver lasciato la partita in mano al Cagliari. Dopo il pari abbiamo ripreso un buon possesso, ci stavamo ritrovando. Il secondo gol è stata la somma di vari errori ed è venuto fuori il Cagliari. Ci attendevamo una partita dura, sapevamo che avrebbero cercato una serie di combinazioni sull'asse centrale. Noi abbiamo provato a giocarcela con un certo coraggio. Dobbiamo essere più precisi, ad esempio nella gestione della palla. Nella ripresa hanno continuato a spingere, dovevamo imporre un controllo tecnico, ma siamo andati avanti a intermittenza, con una squadra in salute non basta. Santander? E' un problema ancora da valutare. In settimana contiamo di riaggregare al gruppo Medel e Dijks. Ma ancora non si sono allenati: vediamo come reagiranno. Orsolini? Dopo aver perso una singola gara non mi soffermo sul singolo. Quando vogliamo affrontare una gara con coraggio, ci aspettiamo che la qualità faccia la differenza. Allargherei il discorso a tutta la squadra, serve più continuità nella precisione delle giocate tecniche. Sicuramente sapevamo di affrontare delle difficoltà per la loro qualità. Non volevamo snaturarci.  Schouten? Credo che sia partito timido, non riusciva a trovare la posizione e liberarsi nella densità del centrocampo del Cagliari. Poi ha trovato pulizia, ci ha fatto respirare. Era al suo debutto da titolare, non abbiamo preclusioni, i giovani li vogliamo far crescere”.

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