105 anni fa nasceva Biavati, ala del Bologna e mago del doppio passo

Il 4 aprile 1915 veniva alla luce la stella rossoblù, vincitore di tre scudetti e campione del mondo nel 1938 con gli azzurri di Pozzo: le sue finte sulla fascia hanno conquistato anche Pasolini
105 anni fa nasceva Biavati, ala del Bologna e mago del doppio passo
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ROMA – Il 4 aprile di 105 anni fa nasceva Amedeo Biavati, l'inventore del doppio passo, una finta che lo ha reso celebre nel mondo. Bolognese, cresce nella squadra della sua città con cui arriva al debutto in Serie A nel maggio 1933, 18enne, segnando una doppietta al Casale. Nel 1934-35 si fa le ossa in Serie B nel Catania per poi tornare al Bologna, di cui diventa una stella indimenticata.

Biavati, idolo di Pasolini

Nato mezzala, si trasforma in una magnifica ala destra, immarcabile per i difensori avversari grazie al suo dribbling con marchio di fabbrica: dai suoi cross nascono tanti gol degli attaccanti emiliani Reguzzoni e Puricelli. Amato da Pierpaolo Pasolini, che si ispira a lui nelle sue partitelle da ragazzo, Biavati vince tre scudetti con il Bologna “che tremare il mondo fa” nel 1936-37, 1938-39 e 1940-41. Con la nazionale esordisce direttamente nei quarti di finale dei Mondiali in Francia del 1938, si guadagna un posto da titolare e vince il titolo con gli azzurri di Vittorio Pozzo a Parigi, contro l'Ungheria. In totale, con la maglia dell’Italia, conta 18 presenze e 8 reti, di cui una bellissima all’Inghilterra nel maggio 1939 a Milano. Nel Bologna resta fino al 1948 (245 presenze e 60 reti totali in Serie A), per poi continuare a giocare per alcuni anni nelle serie minori, iniziando contemporaneamente ad allenare. In panchina la sua carriera non decolla mai davvero e quindi torna nel suo Bologna per curarne il vivaio. Nel 1968 emigra addirittura in Libia, dove va ad allenare la squadra della polizia di Tripoli, e infine guida i ragazzini del San Lazzaro di Savena. Muore a 64 anni nella notte tra il 22 e il 23 aprile 1979, lasciando un ricordo perenne nella memoria dei tifosi del Bologna grazie a quel “doppio passo” suo marchio di fabbrica.


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