Vignato, l'intervista: "Io 'benedetto' da Totti"

Il brasiliano del Bologna può giocare da titolare contro i giallorossi: "Il giorno del mio esordio in A Francesco mi disse 'ti prendi dieci anni dei miei'?"
Vignato, l'intervista: "Io 'benedetto' da Totti"© LAPRESSE
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BOLOGNA - La foto ce l’ha ancora, se la tiene a casa, l’ha messa tra i ricordi e i desideri. «Ce la fece un fotografo, colse l’attimo, e io me la conservo. Quel momento me lo ricorderò per sempre». Nella foto c’è lui, Emanuel Vignato, con la faccia da bimbo, e c’è Francesco Totti che gli tira un buffetto sulla testa. Un po’ come fanno i padri con i figli, o magari i campioni con gli eredi. Era il 2017, «il giorno del mio esordio in Serie A, avevo 16 anni». Totti si è ritirato, Vignato è diventato un po’ più grande.

E se è vero che il tempo è un cerchio, allora è vero che c’è qualcosa che ritorna nella sfida di domenica al Dall’Ara contro i giallorossi. Vignato potrebbe giocare titolare, lui scalpita (è in pole position anche per la partita dopo, quella contro lo Spezia: deciderà Mihajlovic). «Ci aspetta una sfida complicata, difficile, la Roma è una squadra forte e lo sta dimostrando. Noi vogliamo provare a vincere, faremo di tutto per farlo. Daremo il massimo». A vent’anni Vignato l’hanno già paragonato a: Del Piero, Dybala, anche Cassano per certi dettagli nel dribbling. Lui, alla prima intervista dal palcoscenico, parla poco, risponde svelto, ma dietro si sente che c’è un mondo fatto di ambizione e volontà. «Qui a Bologna mi sto trovando molto bene, vivo in centro, la città è bellissima. Faccio una passeggiata e mi godo le cose».

Anche l’inserimento nel Bologna?

«Mi sto trovando molto bene. In città, ma anche in squadra. Bene in generale. Con la squadra e lo staff, con tutti. All’inizio non è stato semplice, ha faticato un po’, la prima volta in una città nuova. Ma qui sto bene, sto dando il massimo».

Che rapporto ha con Mihajlovic?

«Normalissimo, come deve essere tra un giocatore e un allenatore. Niente di più. Mi spiega le cose, mi fa capire dove sbaglio. Ma non ci sono cose particolari da dire. Lui allena e io gioco, è un rapporto semplice».

E’ duro con i più giovani o comprensivo?

«Non si comporta in modo diverso nello specifico, il mister è in un modo solo. Ogni volta ci chiede se abbiamo capito. Ma sicuramente con noi giovani spiega le cose nei dettagli, i meccanismi, i movimenti, quello che dobbiamo fare».

L’ha colpita qualcosa di lui? Parla spesso di coraggio.

«Sicuramente mi ha colpito la voglia che ha di vincere. Io e lui abbiamo parlato prima del ritiro, dopo lui ha avuto il Covid. Mi ha spiegato l’ambiente che avrei trovato, la squadra, varie cose. E poi parla in campo. Ma ogni volta viene fuori questa voglia di vincere che ci motiva tutti».

Avete trovato la talpa?

«Non è una cosa a cui abbiamo pensato, il nostro obiettivo era fare risultato in partita contro l’Inter. Tutto qui» [...]

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