Mihajlovic a furor di popolo: l'omaggio dei tifosi del Bologna

La curva rossoblù ha acclamato il tecnico, che si è battuto il pugno sul petto. I pugni sul tavolo li ha sbattuti dopo, quando ha parlato della sconfitta in casa contro il Sassuolo
Mihajlovic a furor di popolo: l'omaggio dei tifosi del Bologna© FOTO SCHICCHI
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BOLOGNA - Gli hanno chiesto di andare sotto la curva e lui ci è andato. «Sinisa sotto la curva, sotto la curva». Mihajlovic si è battuto il pugno sul petto, i pugni sul tavolo li ha sbattuti dopo, mentre spiegava al mondo che non era felice della prestazione, né dell’impegno. «Giochi a casa tua, con ventimila persone venute qui con quaranta grandi. Cazzo. Non si può fare così». E ancora: «Mi dispiace, abbiamo mollato». Leone e guerriero, audace e feroce, Mihajlovic è sempre lo stesso nonostante il viso asciutto e il caldo soffocante. Si è alzato poco dalla panchina, le indicazioni le ha date quasi tutte Miro Tanjga. Ma i saluti alla Bulgarelli sono arrivati subito. Premiato assieme a tutto lo staff per essere stato eletto allenatore del mese di aprile, Mihajlovic è stato salutato con uno striscione. Poche parole, quelle giuste: «Sinisa… e basta». E i cori, che per lui non sono mai mancati: «Sinisa olé». Non è bastato, però, a evitare il ko contro il Sassuolo. E la rabbia di Mihajlovic, si capisce. «Pochi stimoli dal club? Il club non c’entra nulla. Basta che ogni giocatore trovi gli stimoli dentro di sé, altrimenti uno deve cambiare mestiere. Non ci deve sempre essere qualcuno che ti motiva. Le motivazioni le puoi trovare dentro di te».  

Mihajlovic e i tifosi del Bologna

Poche ore prima era stata Arianna, la moglie di Mihajlovic, a ricordare a tutti (su Instagram) che la qualità che ama di più in un uomo «è il suo coraggio». Ne ha da vendere, Sinisa. Entrato al Dall’Ara per la prima volta dopo l’uscita dall’ospedale. La sconfitta del Penzo, nella gara contro il Venezia, avrebbe dovuto motivare i suoi. Invece no. «Non me l’aspettavo, ma dopo i novanta minuti di Venezia abbiamo finito il campionato e staccato interruttore. Pochi riescono a riattaccarlo». I tifosi, aggiunge ancora il tecnico, «si meritavano una vittoria». Nessun fischio, solo applausi. Ma tutti per Mihajlovic. Il resto è nel commento del tecnico. Un commento amaro, reso ancora più doloroso dalla consapevolezza che Sinisa ha dato davvero tutto. Alla vigilia aveva ricordato a tutti che avrebbe potuto «stare a letto e riprendermi bene» e invece «sono qui tutti i giorni». Per un allenatore, ha aggiunto ancora il serbo, «vedere una squadra che non va dà molto fastidio. Non riesco a nasconderlo». 

Bologna, ore di tuono

L’uscita dal campo è stata rapida, ma prima Sinisa si è fermato a omaggiare la gente di Bologna, che era lì tutta per lui. Il futuro è tutto da scrivere. Mihajlovic è coinvolto in tutte le decisioni del club: «Come tutti gli anni, ci si parla, la preparazione estiva è già stata programmata due o tre mesi fa. Non c’è nulla di nuovo, inutile trovare problemi dove non ci sono». Mihajlovic ha voluto poi ringraziare i tifosi, «a loro sarò sempre grato» dice, ma è chiaro che la sconfitta contro i neroverdi rode. Soprattutto perché «andavamo a due all'ora ed eravamo con la testa altrove: non c'è stata partita». Una partita ancora c’è, è quella con il Genoa. Non facile, soprattutto per le differenti motivazioni che gli avversari avranno rispetto al Bologna. «Vediamo quello che succede contro il Genoa», dice ancora Mihajlovic. Lo definisce «un casino» perché «non dobbiamo permetterci di perdere tre partite di fila». Contano le motivazioni, «ed è un casino: l’unica cosa importante è che noi non dobbiamo permetterci di perdere la partita». Mercoledì la ripresa, ma già le prossime ore saranno di tuono. «Devo parlare coi i ragazzi - chiude il tecnico -, non mi piace fare brutte figure». 


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