Zirkzee, il tesoro del Bologna è diventato un nodo

Mihajlovic lo vedeva seconda punta vicino ad Arnautovic nel 3-5-2, ma nel 4-3-3 o 4-2-3-1 di Thiago Motta il giocatore non trova posto
Zirkzee, il tesoro del Bologna è diventato un nodo© LAPRESSE
Claudio Beneforti
4 min

BOLOGNA - Joshua Zirkzee è figlio di un mercato molto carico di riflessioni avendo il Bologna deciso di regalare a Marko Arnautovic non solo un’alternativa ma anche un compagno di banco, dopo aver informato lo stesso attaccante di mettersi il cuore in pace per quanto riguarda il suo sbarco al Manchester United. Zirkzee è un talentino olandese del 2001 che nelle idee di Sinisa Mihajlovic sarebbe stato impiegato come seconda punta accanto ad Arnautovic nel 3-5-2, avendo le caratteristiche tecniche giuste per poter parlare la stessa lingua dell’austriaco. Poi è evidente che avrebbe anche potuto prendere il suo posto in taluni momenti, non dimenticando come nell’Anderlecht Zirkzee abbia giocato come prima punta nell’ultima annata. Alla grande, tra l’altro, e non soltanto per i 16 gol segnati tra campionato e playoff. Poi è accaduto che Sinisa è stato esonerato e Zirkzee è diventato la prima «vittima» del cambiamento del sistema di gioco voluto da Thiago Motta, e il motivo di ciò è semplice: questo ragazzo olandese cresciuto nel Bayern Monaco fa fatica a trovare spazio nel 4-2-3-1, al massimo potrebbe essere impiegato come trequartista centrale ma non sarebbe ugualmente il suo ruolo. E attenzione, anche il 4-3-3 non sarebbe il modulo giusto per Zirkzee, che non ha mai giocato da esterno e che di conseguenza potrebbe fare solo la prima punta al posto di Arnautovic. Come dire: Motta deve studiare un’altra soluzione, perché non è pensabile che l’olandese possa stare a lungo a guardare, essendo un patrimonio sia tecnico che economico del Bologna.

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Il tesoro del Bologna

Un patrimonio, sì, considerato che il club rossoblù ha versato sui 9 milioni di euro al Bayern Monaco, che credendo nella sua esplosione non solo ha preteso dal 35 al 40% sulla plusvalenza in caso di rivendita, ma anche il diritto di recompra. E questa decisione l’ha presa lo stesso direttore sportivo del Bayern Hasan Salihamidzic, che da una parte ha fatto di tutto per dirottare Zirkzee in Italia quando l’Anderlecht lo avrebbe riaccolto a braccia aperte e lo avrebbero voluto almeno tre squadre della Bundesliga, ma che da un’altra non ha voluto ascoltare le ragioni del Bologna, sapendo il rischio che avrebbe corso nel caso in cui lo avesse ceduto alle condizioni del club rossoblù, disposto a pagarlo anche più soldi ma senza la clausola della percentuale sulla rivendita. E non è tutto, perché dopo quello che gli era accaduto da gennaio a giugno nel Parma due stagioni fa, quando fu trattato come un ragazzino arrivato in Italia solo per fare apprendistato, Zirkzee avrebbe voluto tornare all’Anderlecht dove lo avevano fatto sentire un re. Morale: solo grazie alle pressioni del Bayern e al viaggio di Marco Di Vaio a Monaco per convincerlo ad accettare il Bologna l’attaccante olandese alla fine ha detto sì, avendo appreso come Mihajlovic lo stimasse.

Nodo da sciogliere

Ora, parlare di patata bollente per Thiago Motta non sarebbe né giusto né corretto, certo è che per il nuovo allenatore del Bologna Zirkzee rappresenta un nodo importante da sciogliere e prima possibile. In poche parole una volta che il talentino olandese avrà nelle gambe il giusto ritmo delle partite. Che Thiago Motta lo stimi è sicuro, il tecnico rossoblù si è già reso conto delle sue notevoli potenzialità, ma quando deciderà di proporre il sistema di gioco giusto per consentirgli di giocare accanto ad Arnautovic nel 4-3-1-2? Dipenderà da Zirkzee, questo è chiaro, poi anche dal rendimento di Barrow e Orsolini. Che nel caso in cui dovessero continuare a giocare come contro l’Empoli, ecco che da una parte creerebbero un problema a Thiago Motta, ma da un’altra gli consentirebbero di risolverne un altro. Quello legato al talentino olandese, che non ha accettato il Bologna per vivere poi in panchina.


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