L'inchino di Arnautovic ai nostalgici di Nielsen

Leggi il commento sulla vittoria del Bologna in casa della Cremonese
L'inchino di Arnautovic ai nostalgici di Nielsen© ANSA
Italo Cucci
3 min

Dagli spalti dello Zini, assaliti dalla solita banda rossoblù itinerante, pacifici e addolorati accenti amici per la vecchia Romagna, poi l’urlo di battaglia. E un mormorìo: «Dì bän só, Arna…». E lui rispose - dopo sei mesi, dopo un quarto d’ora di gioco - con il gol più bello dell’anno: destro a giro di Barrow verso la porta, irrompe in volo Arnautovic e colpisce di testa. Amen. Non esulta, sorride quasi imbarazzato, prima a se stesso - «mi son piaciuto» - poi alla sua gente: «Scusate il ritardo». Suo e di un Bologna senza vittorie da sei partite dopo una pasquale rinascita da urlo.

La Rinascita Rossoblù

Un gol offerto teatralmente con mezzo inchino, l’Arna rinato al Dall’Ara come se fosse al Duse, e si concede ai nostalgici di “Dondolo” Nielsen per un languido film di Pupi Avati. Dopo, è stato tutto più facile, una inedita cinquina, Ferguson, Posch, Orsolini (l’Undicesimo, forza Orso!), Sansone firmatari del manifesto della Rinascita Rossoblù. Senza prepotenza. Bella forza infierire su una Cremonese improvvisamente disarmata dopo alcune energiche esibizioni ballardiniane. Basta giocare, con disinvoltura da cuori pacificati, e i gol vengono a grappoli. Sembrava che Motta ce l’avesse con Arna, gli ultimi titoli di giornale tradotti in telegrammi dicevano “Se vuoi andare vai”. L’avevo stuzzicato anch’io, poi, visto Arna contro il Sassuolo e la Roma, quasi mi scusavo. Lo faccio adesso, riconoscendogli il diritto a segreti pensieri e impulsi: «il padrone della squadra sono me, lasciatemi lavorare».

I complimenti di Ballardini

Gli intimi consiglieri che mi porto dentro da una vita mi accusano di buonismo: calma coi peana, era la Cremonese, la penultima della classe. Come se i punti che mancano a un’allegra e baldanzosa compagnia che vuole l’Europa non fossero stati persi con le avversarie più umili. Poi, chi conosce questo benedetto campionato sa che scampoli di bellezza puoi ritagliarteli solo quando giochi con le grandi e invece ieri è apparsa un’insolita armonia, un bel danzare, senza perder tempo in asfittico palleggio. Sentir dire da Ballardini - romagnolo grintoso e dispettoso - che il Bologna ha dato alla sua Cremonese una bella lezione è come aver ricevuto il viatico per l’Europa. Sì, vien voglia di risalire sulla giostra dell’Uefa e m’accingo a rivivere le sfide raccontate da Bruxelles, Sarajevo, Varsavia, Berlino Est, Smirne, Leeds, West Bromwich, Zagabria, Novi Sad, Chorzov, Bucarest, Edimburgo, Praga, Vienna, Lisbona, Siviglia, Lione, Marsiglia, Istànbul, Borisov, Londra… Mi dicono “t’e vist un bel mond”. Dai, rivediamolo.


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