
Bologna e il Bologna si stanno godendo Riccardo Orsolini e puntano a farlo per tanti anni. Mai come in questo momento il Bologna ha bisogno di... Orsonaldo. Quello che fa la differenza con una giocata. Quello che ti fa vincere la partita con un colpo non avendo alcuna paura di sbagliare, neanche il tiro più complicato, se non quasi impossibile. In poche parole, quell’Orso che ha estratto dal cilindro all’inizio del secondo tempo di Venezia-Bologna quella conclusione al volo su un pallone messo in mezzo da Cambiaghi e che ha consentito ai rossoblù di vincere una partita che più andava avanti e più si stava avvelenando. O ancora quell’Orso che negli ultimi attimi di Bologna-Inter si è inventato una mezza rovesciata volante dopo un fallo laterale battuto da Miranda e una spizzata di Bisseck facendo esplodere il Dall’Ara e al tempo stesso imprecare l’Inter. Ma attenzione, anche quell’Orso che nel finale di Udinese-Bologna prima ha colpito la traversa piena su calcio di punizione e successivamente ha spedito alto in tuffo di testa una spizzata di Santiago Castro. E’ vero che c’è anche chi ha parlato di gol sbagliato, ma all’atto pratico il discorso è un altro: mentre contro l’Inter l’Orso aveva trovato il tempo per coordinarsi, a Udine non lo ha trovato, forse non aspettandosi quella giocata del giovane attaccante argentino.
Orsolini e il colpo in canna
Va detto questo: non avendo Ndoye, Italiano non se l’è sentita di far uscire Orsolini nonostante nel primo tempo avesse combinato poco o niente e che anche nel secondo non avesse assolutamente determinato, e questo perché ora come ora nessuno nel Bologna ha il gol addosso come l’Orso. Dove si vuole arrivare è facile: da una parte un tecnico dovrebbe trovare dentro di sé la forza di non sostituirlo mai, rendendosi conto di come da un momento a un altro ti possa far diventare bella la partita, ma da un’altra come fa lo stesso tecnico rossoblù a far finta di niente e di conseguenza a lasciare in campo uno che non sta facendo bene quando in panchina ha un altro esterno che te la può ugualmente cambiare. Magari non con un gol, ma con quegli strappi sui lati che creano affanni ai difensori. E allora, a partire proprio dallo stesso Orso, quelli che cominciano devono saper entrare con la testa dentro la partita da subito, perché quando devi giocare una finale, o se preferite uno spareggio per un posto in Champions come domenica contro la Juventus, per niente al mondo ti puoi permettere di lasciare un tempo agli avversari perché nove volte su dieci rischi seriamente di uscire dal campo soprattutto con rimpianti e recriminazioni.