Calciomercato Cagliari, anche Kim Jong-Un spinge Han alla Juventus

L'ultima parola spetta a Giulini, ma il regime di Pyongyang ha già dato via libera
Calciomercato Cagliari, anche Kim Jong-Un spinge Han alla Juventus© Getty Images
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CAGLIARI - L’ultima parola spetta a Tommaso Giulini, l’uomo che in tre anni e mezzo ha letteralmente costruito il nuovo e ambizioso Cagliari: ha appena prolungato sino al 2022 i contratti di Barella, Cragno, Faragò ed è lanciatissimo anche nell’operazione stadio (il 28 febbraio, al Lazzaretto di Sant’Elia ci sarà la presentazione ufficiale dei tre progetti rimasti in lizza per il nuovo impianto). Era il 24 febbraio di un anno fa quando Han Kwang-Son si aggregò alla Primavera rossoblù e, subito, stupì tutti con la brillante partecipazione al Torneo di Viareggio. Profetiche le parole di Stefano Capozucca, grande intenditore di calcio, all’epoca direttore sportivo sardo: «Han in B sarebbe titolare in qualunque squadra, è fuori categoria per una Primavera. Ad Assemini ha colpito tutti noi, compresi i nostri giocatori. Anzi, qualcuno l’ha colpito perché non riusciva a fermarlo».    

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RAZZO DI PACE - Adesso che Han è tornato sull’isola e, domenica scorsa, a Verona, il primo nordcoreano a giocare e a segnare in A nel 2017, ha collezionato i primi 11 minuti in A del 2018, si delineano i contorni di una grande operazione di mercato che prenderà forma in estate: Han alla Juve, valutazione 18 milioni di euro, bonus compresi. E non sarà soltanto un’operazione di mercato, considerate le implicazioni politiche: «Han è destinato a diventare sempre più un ambasciatore di pace del suo Paese. Un razzo di pace e lo dico io che mi chiamo Antonio Razzi». Il gusto della battuta non abbandona mai il senatore uscente del centrodestra. Lui, la storia di Han la conosce bene. E conosce bene la Corea del Nord, meta di diversi viaggi in veste di parlamentare. Il 31 agosto 2014, Razzi, insieme con Matteo Salvini e una delegazione di imprenditori italiani atterra a Pyongyang. Ha ricordato al Corriere dello Sport-Stadio, Alessandro Dominici, motore dell’International Soccer Management (ISM), accademia internazionale di calcio con sede a Perugia, specializzata nella ricerca e nella formazione di giovani talenti, fra i 16 e i 20 anni, provenienti da 40 Paesi: «Nel 2014, grazie a Razzi, abbiamo incontrato i vertici della federcalcio nordcoreana, spiegando loro chi fossimo e che cosa facessimo. Quando abbiamo visto per la prima volta Han in azione, io e Luis Pomares, il nostro caposcout, non abbiamo nemmeno avuto bisogno di parlarci. Han è uno alla Icardi, ha il gol nel sangue». Talmente nel sangue che Giulini ha bruciato sul tempo Liverpool, Manchester City e Red Bull Salisburgo.  

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BENEDIZIONE - Domani sera, in un noto ristorante romano, Razzi festeggerà i suoi primi settant’anni. Confida: «Fra i miei ospiti d’onore ci sarà anche il primo segretario dell’ambasciata nordcoreana. Gliel’assicuro: Kim Jong-Un è un grande appassionato di calcio. Quando studiava in Svizzera, andava in incognito a San Siro per seguire Inter e Milan. Han alla Juve sarebbe un eccezionale testimonial di pace per la Corea del Nord che, grazie ai Giochi di PyeongChang, è stata protagonista del riavvicinamento con la Corea del Sud. Grazie a questo ragazzo, il Cagliari e la Sardegna, così come Perugia durante l’esperienza umbra del giocatore, sono diventati molto conosciuti in Corea del Nord. Considerata la notorietà planetaria della Juve, celebre anche in tutta l’Asia, il primo calciatore nordocreano che indosserà la maglia bianconera la renderà ancora più seguita. Sono tifoso della Juve (c’ero anche a Cardiff), in ottimi rapporti con Marotta. In tempi non sospetti, gli ho mandato un sms: «Tieni d’occhio Han, è uno da Juve». Lui mi ha risposto: «Lo stiamo valutando». Ora credo l’abbiano valutato bene: una volta raggiunto l’accordo con il Cagliari, lo porteranno a Torino. Conto di tornare a Pyongyang in settembre, per i 70 anni della Repubblica Popolare Democratica: non mi stupirei se, con Han in bianconero, il governo nordcoreano invitasse la Juve a giocare a Pyongyang, nello stadio del Primo Maggio che ha una capienza di 115 mila posti. Guardi che la mia non è una boutade: lo sport è il più efficace strumento di pace che esista. Chi l’avrebbe mai detto, anche soltanto un mese prima delle Olimpiadi, che le due Coree avrebbero sfilato insieme ai Giochi?». Ora tocca ad Han. Nonostante l’affollata concorrenza in attacco (oltre a lui, Lopez ha a disposizione Pavoletti, Sau, Farias, Giannetti, Cossu, Joao Pedro), Kwang-Son sa di essere un osservato speciale. Un contributo importante alla salvezza dei rossoblù sarebbe il miglior biglietto da visita per il suo futuro. 


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