E' un Cagliari verticale: con Di Francesco la palla non conta

I sardi fanno poco possesso: non è il solo metodo per arrivare a rete. Con l'ex tecnico della Roma le verticalizzazioni sono l’arma vincente: nascono così i 14 gol segnati dai rossoblù
E' un Cagliari verticale: con Di Francesco la palla non conta© Getty Images
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CAGLIARI - La palla quasi scotta nei piedi dei rossoblù ma questo non sembra essere un problema per Eusebio Di Francesco, che ha costruito il suo Cagliari in modo che fosse veloce e soprattutto efficace nelle giocate offensive. La compagine isolana, pur avendo recuperato nelle ultime uscite qualche posizione nella speciale graduatoria delle squadra con il maggior possesso palla, resta nelle ultime posizioni della classifica, con una media per gara di poco più di ventitré minuti (23’ e 27’’ per la precisione). Inter, Juventus e Sassuolo, le prime tre della classe, viaggiano ad una media di oltre mezz’ora a gara e tradotto in posizioni, per i rossoblù, significa un sedicesimo posto apparentemente poco esaltante. Ma questa condotta non è ritenuta un grande problema per il tecnico abruzzese che, pur volendo sollevare leggermente il minutaggio del possesso palla, preferisce di gran lunga avere una squadra capace di andare al più presto al tiro. Dal portiere alla punta con una verticalizzazione repentina e pochi passaggi è la miglior ricetta che Di Francesco ha intenzione di adottare per il suo Cagliari che pian piano sta provando a seguire le intenzioni del suo allenatore.

Emblematico il gol del sorpasso al Crotone realizzato da Simeone che ha messo in rete dopo appena due tocchi da parte di altrettanti compagni. Da Godin la palla è arrivata a Joao Pedro che ha trovato il corridoio giusto per l’argentino che ha lasciato scorrere la sfera per poi calciarla alle spalle di Cordaz. Giocata da applausi per i mille della Sardegna Arena ma soprattutto un esempio da riprovare per un modo di intendere il calcio in maniera più che offensiva. Ovviamente le azioni che Di Francesco vuole vedere si devono sviluppare anche sulle corsie esterne e infatti un altro centro simile, seppure più articolato ma sempre con pochi tocchi, è arrivato con il contropiede che ha portato Nandez a segnare la rete del 2-0 nell’ultimo turno prima della sosta. 

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