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CAGLIARI - Ha avuto bisogno di metà campionato per eliminare tutte le tossine accumulate con la maglia dell’Inter e per ritrovare le giuste misure sul rettangolo di gioco, ma una volta raggiunta la miglior condizione atletica, le potenzialità di Diego Godin sono emerse prepotentemente. Fresco trentacinquenne, il perno della difesa del Cagliari e dell’Uruguay non ha avuto un avvio di stagione semplice e non è neppure stato fortunato perché quando sembrava sul punto di trovare il piglio giusto nella ricorsa alla forma ottimale, ci si è messo di mezzo anche il Covid che lo ha costretto a ricominciare tutto da capo.
Nuovo giro
Un giocatore della sua esperienza, però, non poteva certo sollevare bandiera bianca alle prime difficoltà e una volta acquisita la sicurezza che il suo fisico lo avrebbe assistito, si è ripreso le redini della retroguardia cagliaritana per cercare di trasformarla rispetto a un girone di andata disastroso. Di Francesco le ha provate un po’ tutte per cercare di dare tranquillità dalle parti di Alessio Cragno, ma solo ora sembra aver trovato la formula giusta per ottenere il meglio dalla sua linea arretrata: sia dal punto di vista tattico sia per la scelta degli uomini, considerato che il mercato di gennaio gli ha regalato un centrale di qualità ed esperienza come Rugani.
Portata a tre la difesa, al tecnico rossoblù non è rimasto che sperare che finalmente lo Sceriffo iniziasse a giocare alla sua maniera. E pian piano la risposta del giocatore è arrivata tanto che domenica pomeriggio alla Sardegna Arena, Godin è riuscito a mettere la museruola ad un cliente non certo facile da affrontare come Zapata [...]
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