Crotone, Simy come Osimhen: "Basta violenze in Nigeria"

Il calciatore posta un messaggio di conforto alla sua gente
Crotone, Simy come Osimhen: "Basta violenze in Nigeria"
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CROTONE - "Ai nostri eroi caduti, a tutte le nostre famiglie ferite, a tutti i nostri genitori, fratelli e sorelle col il cuore spezzato, io non riesco a trovare le parole giuste per potervi confortare abbastanza dal vostro grande dolore, ma posso promettervi una cosa oggi: le nostre lacrime e quelle dei nostri Caduti non saranno invano. Il cambiamento sta per arrivare". Con questo post sul suo profilo instagram con la foto dell'esultanza dopo la rete alla Juventus, l'attaccante del Crotone, Nwanko Simy, ha portato all'attenzione quanto sta accadendo nel suo paese d'origine la Nigeria. Dopo la rete segnata su rigore a Buffon, Simy ha mostrato una maglia con la scritta End police brutality in Nigeria (stessa cosa ha fatto Osimhen, attaccante nigeriano del Napoli dopo la sua prima rete in Italia). In Nigeria quello della violenza della polizia ed in particolare della SARS, la Squadra Speciale Anti Rapina, è un tema caldo. Da otto giorni i cittadini nigeriani protestano con manifestazioni di piazza il loro dissenso contro le abitudini dei poliziotti senza freni e controlli. Il Governo nigeriano ha sciolto la SARS, sostituendola con la SWAT, ma non sembra essersi placata la violenza delle forze armate nazionali.

Come Osimhen

Qualche ora prima, in occasione di Napoli-Atalanta anche Victor Osimhen, aveva compiuto il medesimo gesto. L'attaccante nigeriano degli azzurri, dopo aver realizzato la propria prima marcatura in Serie A, e dopo aver abbracciato Gennaro Gattuso, aveva mostrato alle telecamere la maglietta con il medesimo messaggio ("Stop alle violenze della polizia in Nigeria", in inglese), mandando al proprio paese di origine un messaggio di vicinanza ai movimenti di protesta contro le brutalità delle forze dell'ordine nigeriane, in particolare della una squadra speciale della polizia accusata di reprimere con metodi violenti la delinquenza.


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