Emergenza Fiorentina, mancano i big: cercasi leader

Contro il Cittadella in Coppa Italia, oltre a Ribery, mancheranno Pezzella e Chiesa. C'è attesa per Caceres e Badelj
Emergenza Fiorentina, mancano i big: cercasi leader
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FIRENZE - Almeno un leader, vero, capace di trascinare la Fiorentina oltre la palude di difficoltà in cui si è avvitata già da domani. Giovane o esperto non fa differenza, purché ci sia chi se ne faccia carico. Perché la Coppa Italia può davvero diventare l’unica àncora di salvezza, di certo la strada più breve per provare a riportare l’Europa in riva all’Arno, oltre che la gioia per Commisso di un primo trofeo. E non potranno essere fatti calcoli. E i fantasmi del passato - l’eliminazione subita dal Carpi nel dicembre 2015 agli ottavi (gol di Di Gaudio) oppure, prima ancora, quella del Genoa, che nel 2006/07 era in B, al secondo turno (gol di Greco) - non possono riemergere proprio domani. Montella farà il punto sulle condizioni (anche psicologiche) del gruppo oggi, ma di certo mancheranno Franck Ribery, col suo bagaglio gigantesco di esperienza oltre che con la capacità di lanciare in porta un compagno con un solo dribbling, Federico Chiesa e pure German Pezzella, il capitano che a Verona è stato costretto a uscire dopo una manciata di secondi per la triplice frattura allo zigomo. Sia chiaro, l’argentino già lo scorso maggio, quando fu vittima dello stesso tipo di infortunio, ha già fatto vedere di saper bruciare i tempi, ma proprio perché si tratta di uno stop fotocopia del precedente (con ricorso anche stavolta alla stabilizzazione chirurgica) servirà maggiore attenzione.

Stavolta più che mai Caceres e Badelj - i due over 30 - non potranno sbagliare nulla, avranno, se il tecnico deciderà di non tirarli fuori, una responsabilità maggiore. Per il presente e per il futuro. Sì, perché il croato è arrivato dalla Lazio in prestito con diritto di riscatto e dunque con una cifra da investire sulle sue qualità, mentre l’uruguaiano per coronare il sogno di restare a lungo in viola deve convincere il club a esercitare l’opzione sul secondo anno prevista dall’accordo. E se i “senatori” in questo momento faticano, dovrà essere la spregiudicatezza dei giovani a fare la differenza, anche se fin qui, a dire il vero non è andata quasi mai così. 

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