FIRENZE - Il modulo e gli uomini scelti a comporlo dal Brescia in avanti saranno quelli che saranno, sempre ricordando che il marchio di fabbrica di Iachini è il 3-5-2 specie nel momento di difficoltà e difatti ci ha fatto ricorso fin dal suo arrivo sulla panchina viola perché c’era da raddrizzare la barca che faceva acqua, e quindi logica vuole che riparta da lì, poi è chiaro che dodici partite in quaranta giorni “costringeranno” a variare schemi e interpreti. Ma un fattore viene prima di tutti gli altri e rappresenta la certezza irrinunciabile: la difesa.
Essendo stato chiamato a risollevare sorti e classifica della Fiorentina che avevano riservato a Natale feste poco serene, il tecnico marchigiano sapeva di dover dare solidità al reparto arretrato, e perciò senza voler inventare niente ma con molto buon senso e molta concretezza si è affidato a Milenkovic, Pezzella e Caceres, ovvero ai tre che per esperienza, qualità, rendimento e personalità potevano rappresentare un’ottima risorsa a protezione di Dragowski. La riprova inconfutabile sta nelle formazioni schierate, in cui i tre sopra ci sono sempre stati se infortuni o squalifiche lo permettevano: ovvero, sette volte su nove in campionato. Mai Iachini avrebbe voluto derogare da Milenkovic, Pezzella e Caceres, e se lo ha fatto (contro Juventus e Atalanta) è stato appunto per la mancata disponibilità di uno o più titolari. Questo per sottolineare con forza che vorrebbe di nuovo affidarsi a loro e il condizionale è chiaramente legato ai tre mesi e passa di stop e al tanto, tantissimo, che c’è stato dentro.
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