Ribery, così rinasce un campione

Cuore e umiltà, sia dentro che fuori dal campo: l'asso francese della Fiorentina è un esempio per tutti e sempre il primo a dare una mano e un sostegno a chi soffre
Ribery, così rinasce un campione
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FIRENZE - Ha vinto praticamente tutto. Quello che gli manca, il titolo Mondiale con la Francia, glielo ha sfilato l’Italia. Quell’Italia da dove ha scelto di ricominciare con la maglia della Fiorentina, terzo campionato europeo dove lasciare il timbro, dopo Francia e Germania. Quella notte, a Berlino, Franck Ribery giocò 100 minuti, poi lasciò il testimone a Trezeguet, che sbagliò il secondo rigore dei “Les Bleus”, consegnando di lì a breve la Coppa agli azzurri. Ha sollevato 9 Meisterschale, ha brindato al “triplete”, in quell’Olimpo circoscritto che è pertinenza di pochi eletti, ed è salito anche sul tetto del mondo con il Mondiale per Club, con quel Bayern Monaco di cui per 12 anni ha vestito la pelle, prima di colorarla di viola e di trasformarla nell’ennesima prova. Guerriero mai domo, 205 giorni dopo l’ultima gara giocata, con un chiodo nella caviglia e una fisioterapia condizionata dalla pandemia da Coronavirus, Franck si è trasformato in Highlander: immortale davvero. Oltre che coraggioso, perché scegliere di scommettere su una squadra in fase di ri-costruzione, la Fiorentina appunto, che la passata stagione si è salvata all’ultima giornata, non è da tutti.

A sorprendere, l’altra sera col Brescia, è stato il suo atteggiamento, da ragazzino, a dispetto delle 37 primavere sulle spalle. Che poi è lo stesso che lo ha visto arrivare al centro sportivo con almeno due ore di anticipo sull’orario di convocazione per montare in sella alla cyclette, portare i muscoli a pieno regime e convincere l’allenatore che sì, schierarlo in campo sarebbe stata l’unica scelta possibile. "La nostra ricompensa si trova nello sforzo e non nel risultato. Uno sforzo totale è una vittoria completa". Trovi tutto sui suoi account social, anche citazioni di Mahatma Gandhi, perché Franck è pure questo. E’ l’ideatore degli scherzi nello spogliatoio, perché un sorriso può davvero aiutare a cambiare la prospettiva, ed anche l’uomo dall’animo sensibile, che prima agisce e raramente sbandiera ai quattro venti. Quando Rocco Commisso ha lanciato la campagna di founding “Forza e Cuore” per raccogliere fondi da destinare alla sanità fiorentina, nei giorni bui del contagio da Covid, Franck, ha cliccato, associato i propri estremi bancari e fatto partire il pagamento (50mila euro), prima di correre in soccorso alla croce rossa algerina, rilanciando pure lui l’appello che, qui in Italia, è stato raccolto, tra gli altri, da Bennacer.


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