L'ombra di Prandelli tra Iachini e la Fiorentina

Per salvare la panchina, a Parma il tecnico viola deve vincere e convincere sul piano del gioco. L'ex ct azzurro è in pole per sostituirlo
L'ombra di Prandelli tra Iachini e la Fiorentina© Getty Images
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FIRENZE - Novanta minuti per tenersi stretta la Fiorentina. Novanta minuti, a Parma, che avranno di fronte un solo risultato disponibile: la vittoria unita al gioco. Anche se, c’è il sospetto che potrebbe pure non bastare. La fiducia a Beppe Iachini, riconfermato la prima volta in estate dal patron Rocco Commisso - a dispetto di chi, in società, aveva individuato alternative (da Juric a Di Francesco), è sempre più a tempo. Servono assolutamente i tre punti, intanto per provare ad allontanare le “ombre” dei potenziali successori che continuano a rimbombare su Firenze (Prandelli, in questo momento sarebbe in vantaggio). Beppe, dal canto suo, sta continuando a lavorare con la stessa professionalità che lo ha da sempre contraddistinto, a testa bassa, con determinazione. Iachini ha già restituito una volta fiducia in un gruppo impaurito, lo scorso gennaio: sa come fare, anche se il bivio è alle porte.

In caso di sconfitta, il cambio in panchina diventerebbe inevitabile. In questo caso farebbe marcia indietro pure il presidente, rientrato in America all’indomani della gara (vinta, non senza fatica) contro il Padova. Anche se quello di Iachini diventerebbe il terzo cambio di allenatore in 17 mesi esatti dall’acquisto del club, il 6 giugno del 2019. Non essendo possibile, in questo momento storico arrivare ad un profilo di prim’ordine - da Sarri a Spalletti, le cui strade potrebbero eventualmente diventare percorribili dall’estate -, ecco che la pista legata ad un ritorno di Cesare Prandelli, 10 anni dopo l’addio, sembra ipotesi del tutto verosimile. Addirittura già da pole-position. Di certo più percorribile rispetto a quella di un “traghettatore” alla Ballardini o alla D’Aversa. L’ex ct conosce bene Firenze ed è affezionato al Club (che, primo e fin qui unico, ha guidato per due volte in Champions League nel post fallimento). Il primo contatto risale a metà ottobre, quando in città c’era lo stesso Commisso.

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