Fiorentina, serve l’acuto: Italiano garantisce per Jovic

I viola oggi vanno a caccia della svolta definitiva. “Luka è un attaccante di razza deve credere di più nelle sue doti”
Fiorentina, serve l’acuto: Italiano garantisce per Jovic© Getty Images
Andrea Giannattasio 
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FIRENZE - Per capire come mai quella di Bergamo resti ancora oggi per Firenze una gara più speciale di altre non serve certo un mago. Se c’è infatti una squadra che prima dello scorso anno era riuscita a “scalzare” con regolarità la Fiorentina dal novero delle sette sorelle in lotta per un posto in Europa, quella - a partire dal 2016 - è stata proprio l’Atalanta, l’operaia che con la nobile arte del lavoro (e delle idee) è riuscita a sovvertire i pronostici e a garantirsi quel posto al sole che fino ad allora era stato opzionato dai viola. Logico, dunque, che la netta affermazione che Biraghi e compagni sono stati in grado di mettere in atto ai danni di Gasperini la scorsa stagione (tris di successi tra campionato e Coppa Italia e qualificazione alla Conference ottenuta all’ultimo turno ai danni della Dea) resti più di un fiore all’occhiello per la truppa di Italiano che adesso, dopo aver ricaricato le pile durante la sosta, non vuole più fermarsi.

Numeri top

Proprio come l’anno scorso, quando la Fiorentina fu di scena al Gewiss dopo la prima pausa per le Nazionali, i viola oggi vanno a caccia della svolta definitiva. Dodici mesi fa bastò una doppietta di Vlahovic su rigore per regalare i primi tre punti in trasferta di una stagione da incorniciare, mentre adesso la squadra di Italiano sembra ancora andare a caccia di certezze in zona offensiva: «Ma questa volta sono fiducioso» ha spiegato il tecnico, che ha scelto di parlare all’antivigilia della trasferta con i nerazzurri: «La vittoria sul Verona ci ha fatto lavorare in modo sereno e sappiamo tutti cosa siamo in grado di fare al cospetto delle grandi squadre: le partite contro Napoli e Juventus stanno lì a testimoniarlo». Normale però che là davanti qualcosa debba essere registrato. E stavolta in via definitiva. Perché se i numeri continuano a premiare i viola (che sono la squadra con la percentuale più alta di passaggi riusciti in attacco di A, il 29%, e sono anche primi per minutaggio di possesso palla medio nella metà campo avversaria con 15’35”), la concretezza in zona gol latita.

Forza Luka

Normale, dunque, che da parte dell’allenatore sia arrivata un'altra scossa: «Dobbiamo dimostrare di essere anche lontano dal Franchi una squadra coraggiosa, aspetto che lo scorso anno ci ha caratterizzato». Una mano potrebbe arrivare da Luka Jovic, che pur essendo in predicato di partire dalla panchina, deve trasformarsi nell’elemento in grado di dare la svolta a un reparto che fin qui ha funzionato a corrente alternata. Il serbo in particolare visto che risulta essere il giocatore di movimento che, in rapporto al suo impiego (440’), ha toccato meno palloni in campionato, appena 130: «Lui è un attaccante di razza: ha 24 anni e possiede ampi margini di miglioramento» ha spiegato Italiano: «L’unica cosa in cui deve migliorare è la voglia di essere decisivo. Ma è compito anche nostro fargli ritornare il sorriso».

La lezione di Rocco

Lo spera in cuor suo anche Commisso, che solo pochi giorni fa - pur difendendo la bontà del lavoro portata avanti da Italiano - non ha nascosto di voler vedere presto una squadra più abile a verticalizzare e a fare meno possesso palla: «Capisco quello che dice il presidente: lui vuole vincere sempre, come lo voglio io» ha chiarito il tecnico. «Le sue parole vogliono farci capire che tutti dobbiamo darci una bella svegliata. Certo, anche io vorrei segnare quattro o cinque gol a partita. Poi però le cose, durante una gara, possono pure cambiare». Palato fino o meno, la Fiorentina adesso ha una nuova missione: non vuole più fermarsi. 


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