Fiorentina, il mistero Nico Gonzalez e i gol mancanti

L’attacco viola è in crisi perché non c’è l’argentino. Quarantadue minuti su otto turni in A: da tempo è con il gruppo, ma non gioca
Fiorentina, il mistero Nico Gonzalez e i gol mancanti© LAPRESSE
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FIRENZE - Cabral e Jovic che segnano col contagocce e basta contare fino a due per fare la somma dei gol di entrambi in questo inizio di stagione, l’attacco della Fiorentina che in campionato ha appena sette reti all’attivo anche se non solo per quello, le difficoltà inconfutabili di concretizzare il gioco che di per sé non è fluido e incisivo come è stato in tante occasioni specie l’anno scorso, ma è spesso lento e troppo sviluppato per vie orizzontali, eccetera eccetera: tutto oggettivo e tutto insindacabile per spiegare la partenza a rilento della squadra viola. Ma non tiene conto di un fattore importante, quasi quasi discriminante: l’assenza di Nico Gonzalez, perché solo in questa maniera si possono etichettare i quarantadue minuti disputati dall’esterno argentino negli otto turni di Serie A in archivio, che diventano centoquattro in Conference League ma limitatamente ai playoff. E “regalare” l’uomo che per qualità tecniche e agonistiche e per caratteristiche di gioco poteva essere il valore aggiunto non ha certo fatto bene e il bene della Fiorentina: Italiano spera che possa tornare ad esserlo da qui in avanti in un mese decisivo.

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Nico Gonzalez un giorno sì, un giorno no

Se subito domani a Edimburgo non è dato al momento di sapere, sebbene Gonzalez si stia allenando in gruppo, ma questo era anche la settimana passata di ritorno dalla Nazionale argentina (mai impiegato da Scaloni) e poi s’è visto com’è andata contro l’Atalanta: “altri” zero minuti. "Non stava bene, inutile rischiarlo con tante partite da disputare. Deve liberarsi dal problema che gli impedisce di essere al 100 per cento mentalmente". Parole di Italiano, perché il problema (grande) si chiama tallonite. Che un giorno c’è e fai fatica a camminare e il giorno dopo sembra di non averla mai avuta e pensi, vai, adesso è fatta e torno a fare quello che so fare come voglio. E invece c’è il giorno dopo ancora in cui il dolore torna a mordere e per l’ex Stoccarda è così da più di un mese, da quando cioè il 25 agosto è stato in campo diciotto minuti nello 0-0 a Enschede che ha consegnato alla Fiorentina l’ingresso nella fase a gironi di Conference League: da allora, il dentro-fuori già negli allenamenti ha prodotto soltanto venticinque minuti contro il Verona prima della sosta, perché in quel giorno evidentemente la tallonite ha dato un minimo di tregua. Italiano allora l’ha convocato, l’ha portato in panchina e l’ha fatto entrare a metà del secondo tempo. Tanto (poco) è bastato a Nico per segnare il 2-0, giusto per una riprova magari facile e scontata dell’assunto di partenza. Ma riprova è.

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Fiorentina, speranza e ottimismo

Adesso gli Hearts domani, poi la Lazio lunedì sera nel posticipo al “Franchi”: la speranza di Italiano è di poter contare di nuovo su Gonzalez in queste due partite che per direzioni differenti segneranno comunque il percorso in Europa (soprattutto) e in campionato. Sì, speranza. Magari imperniata di ottimismo che è già molto, ma di più è davvero impossibile. L’unica certezza è che con Nico Gonzalez sarebbe stata un’altra Fiorentina e sarebbe un’altra Fiorentina.


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